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  • Mercoledì 16 marzo 2022

La Francia ha eliminato le discriminazioni nella donazione del sangue

Prevedevano criteri diversi per uomini omosessuali ed eterosessuali, introdotti negli anni Ottanta e da oggi non più validi

(Justin Sullivan/Getty Images)
(Justin Sullivan/Getty Images)

Da oggi, mercoledì 16 marzo, in Francia gli uomini MSM (gli uomini cioè che hanno rapporti sessuali con altri uomini, dall’inglese “Men who have sex with men”) non dovranno più dimostrare di aver rispettato un periodo di astinenza di almeno quattro mesi per donare il sangue, e per loro varranno le stesse regole già valide per tutte le altre persone. Ci sono però paesi nel mondo dove norme simili sono ancora in vigore e paesi dove la donazione è completamente vietata per gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (non è il caso dell’Italia).

Tra i principi e gli obiettivi della donazione di sangue ci sono quelli di una donazione responsabile per chi la fa e per chi la riceve. Esistono dunque, in tutti i paesi, delle regole che stabiliscono criteri che escludono, per ragioni cliniche o comportamentali, alcuni soggetti considerati a rischio. Tale esclusione può essere temporanea o permanente e tra le condotte potenzialmente pericolose ci sono i rapporti sessuali non protetti, con più partner, con sconosciuti, che possono aumentare il rischio di trasmissione di malattie infettive.

All’inizio degli anni Ottanta, con l’esplosione dell’epidemia di HIV e con lo scandalo del sangue infetto (alcune case farmaceutiche immisero sul mercato flaconi di sangue prelevato da individui ad alto rischio) vari ordinamenti affrontarono e normarono, in senso restrittivo, la questione della donazione di sangue da parte di uomini che avevano rapporti sessuali con altri uomini. Il divieto colpiva tutti allo stesso modo: i non infetti al momento della donazione, e anche chi, pur non avendo avuto rapporti sessuali o avendoli avuti in modo protetto, si limitava a dichiarare la propria omosessualità.

L’idea su cui queste restrizioni o questi divieti si basavano – e che venivano in qualche modo giustificati dall’esigenza di sicurezza – era che un’intera categoria di persone avesse comportamenti sessualmente irresponsabili o fosse potenzialmente portatrice di una malattia sessualmente trasmissibile. Negli anni, con il miglioramento delle conoscenze sull’HIV-AIDS e sulle modalità di infezione, tali limitazioni persero via via il loro senso e diversi paesi le modificarono.

Tuttavia, in molti stati la regolamentazione prevede ancora una disciplina differente per i donatori eterosessuali e per i donatori MSM. Per esempio, e fino a ieri, la Francia.

Nel 1983, all’inizio dell’epidemia di AIDS, la Francia vietò la donazione di sangue per qualsiasi uomo che avesse rapporti sessuali con un altro uomo. Solamente nel 2016, nell’ambito di una riforma del sistema sanitario, gli MSM furono inseriti tra i possibili donatori, a patto che in un colloquio preventivo giustificassero l’astinenza sessuale nei dodici mesi precedenti alla donazione stessa.

Durante la riforma era stato infatti introdotto un articolo in cui si affermava che nessuno poteva «essere escluso dalla donazione del sangue a causa dell’orientamento sessuale». Tuttavia, i criteri di selezione dei donatori erano stabiliti da un decreto separato, in cui le condizioni per gay e uomini bisessuali erano di fatto diverse da quelle per donne e uomini eterosessuali. L’idoneità alla donazione condizionata da un periodo di astinenza, poi ridotto a quattro mesi nel 2020, escludeva dunque gli uomini in una relazione esclusiva con un altro uomo, e stabiliva di fatto una discriminazione. Per gli eterosessuali l’interdizione riguardava solo i casi di relazioni con più partner (aveva dunque a che fare con le abitudini sessuali e non con l’orientamento sessuale), mentre le lesbiche non erano menzionate.

Libération scrive che nel 2021 i gay a cui la donazione di sangue fu rifiutata per questo specifico motivo erano pochi, circa 700 dei 310 mila rifiutati per altri motivi (età, febbre recente, farmaci e così via), ma che al di là della quantità si trattava di una discriminazione ancora in vigore.

Il 2 agosto 2021, nell’ambito di una legge sulla bioetica votata dall’Assemblea Nazionale (il parlamento francese), era stato recuperato l’emendamento che stabiliva come i criteri per la donazione non potessero essere «basati su una disparità di trattamento» e non potessero dunque fare riferimento «al sesso dei partner con cui i donatori avevano avuto relazioni sessuali».

Ora è stato pubblicato anche il decreto attuativo della legge su quella specifica questione ed è stato stabilito che da mercoledì 16 marzo i nuovi questionari distribuiti prima della donazione non conterranno più «alcuna menzione sull’orientamento sessuale» o sul «sesso dei partner», ma solo sulle cosiddette abitudini sessuali a rischio. Il criterio sarà dunque lo stesso per tutti e per tutte. Le associazioni che da anni sono impegnate contro l’omofobia hanno espresso parere positivo sulla misura.

Altrove
È possibile distinguere tre tipi diversi di politiche in materia di donazione di sangue da parte di MSM.

Quelle più restrittive prevedono ancora un divieto permanente per la donazione del sangue da parte di MSM. Equaldex, un’associazione per i diritti delle persone LGBT+, ha calcolato che, ancora oggi, ci sono 57 paesi del mondo che vietano la donazione agli MSM.

C’è poi un approccio intermedio che richiede un certo periodo di sospensione dei rapporti sessuali prima della donazione da parte dei donatori MSM.

Il Regno Unito, che rientrava nella prima categoria fino al 2020, ha modificato la normativa nel 2021, quando il Dipartimento di Salute e Assistenza sociale accolse le raccomandazioni del comitato FAIR (For the Assessment of Individualized Risk) che aveva chiesto che ogni potenziale donatore venisse valutato, attraverso diversi criteri sanitari di rischio, su base individuale e non come appartenente a una determinata categoria definita dall’orientamento sessuale.

Dal 2021, dunque, nel Regno Unito possono donare sangue gli uomini omosessuali o bisessuali che abbiano una relazione stabile, cioè che dura da più di tre mesi. Dall’ottobre del 2021, anche Israele ha eliminato le limitazioni alla donazione di sangue per gli omosessuali, che erano entrate in vigore negli anni Ottanta (sul sito di Equaldex sono segnalati anche i cambiamenti legislativi più recenti).

Infine vi sono le politiche considerate meno restrittive per i donatori MSM, adottate tra gli altri, anche da Italia, Spagna e Portogallo. Qui non sono previste discipline specifiche per la categoria di donatori MSM: il principio è che non esistono persone o categorie di persone a rischio, ma comportamenti a rischio. La valutazione del rischio è dunque individuale e dipende da una specifica condotta.

In Italia la discriminazione dei donatori MSM è stata superata nel 2001, quando l’allora ministro della Sanità Umberto Veronesi emanò un decreto che eliminava il divieto per i gay di donare il sangue. Veronesi introdusse un questionario, poi aggiornato negli anni successivi, a cui ancora oggi si devono sottoporre tutti prima di ogni donazione: prevede che le domande non si riferiscano all’orientamento sessuale ma alle abitudini sessuali, con l’obiettivo di escludere le persone che hanno una vita sessuale ritenuta non adeguata per donare il sangue a prescindere dal fatto che siano omosessuali, eterosessuali, bisessuali o altro ancora.

Nonostante il decreto di Veronesi del 2001, però, anche in Italia gli uomini gay possono avere difficoltà a donare il sangue. Come aveva confermato qualche tempo fa Giulio Maria Corbelli, vicepresidente di Plus Onlus (un’organizzazione che si occupa di persone LGBT+ sieropositive), la donazione di sangue di uomini gay è spesso a discrezione del centro trasfusionale al quale ci si rivolge e al medico con cui si fa il colloquio prima della donazione.