La Corte Suprema degli Stati Uniti ha ristabilito la pena di morte per l’attentatore di Boston Dzhokhar Tsarnaev

Un ritratto di Dzhokhar Tsarnaev e i suoi avvocati durante il processo (AP Photo/Jane Flavell Collins, File)
Un ritratto di Dzhokhar Tsarnaev e i suoi avvocati durante il processo (AP Photo/Jane Flavell Collins, File)

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha ripristinato la condanna a morte di Dzhokhar Tsarnaev, l’attentatore responsabile di aver messo due bombe alla maratona di Boston, nel 2013.
I giudici della Corte Suprema, con un voto di 6 a 3, hanno concordato con le argomentazioni dell’amministrazione Biden, che riteneva che la corte d’appello federale avesse sbagliato ad annullare la condanna a morte di Tsarnaev.

La condanna era stata annullata dalla corte d’appello di Boston nel 2020, ma gli avvocati del governo federale, durante l’amministrazione Trump, avevano portato avanti la causa contro Tsarnaev esortando la Corte Suprema ad esaminare il caso. L’amministrazione Biden ha portato avanti la causa a sua volta, nonostante Biden abbia dichiarato di voler abolire la pena di morte e abbia imposto una moratoria alle esecuzioni delle condanne a morte a livello federale da quando è presidente degli Stati Uniti.

Nel 2020 gli avvocati di Tsarnaev – che ha cittadinanza kirghiza e statunitense e discendenza cecena – si erano lamentati del fatto che alcuni membri della giuria avessero postato sui propri profili social insulti a Tsarnaev e opinioni piuttosto nette sull’attentato prima dell’inizio del processo. Inoltre gli avvocati ritenevano che il processo avesse ricevuto una copertura mediatica tale da non permettere un giudizio equo.

Secondo la Corte Suprema, ha spiegato il giudice Clarence Thomas, niente di tutto questo è vero: la Corte ritiene che Tsarnaev abbia ricevuto un processo giusto di fronte a una giuria imparziale come era suo diritto.
La sentenza della Corte Suprema ha reso concretamente possibile l’esecuzione di Tsarnaev, ma in realtà è improbabile che avvenga a breve in ragione, appunto, della moratoria alle esecuzioni imposta da Biden.

Le bombe alla maratona – due pentole a pressione piene di polvere da sparo, bulloni, chiodi e pezzi di ferro – causarono tre morti e almeno 264 feriti. Oltre Dzhokhar Tsarnaev, l’altro responsabile fu suo fratello Tamerlan, che fu ucciso in una sparatoria con la polizia durante la fuga dopo l’attentato.