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  • Martedì 8 febbraio 2022

Le proteste dei camionisti canadesi si stanno allargando

Sono arrivate anche in Europa e negli Stati Uniti, con un grande seguito online e il sostegno di varie figure di estrema destra

Un uomo che protesta a Ottawa, di fronte ad alcuni camion, l'1 febbraio 2022 (THE CANADIAN PRESS/Adrian Wyld via AP)
Un uomo che protesta a Ottawa, di fronte ad alcuni camion, l'1 febbraio 2022 (THE CANADIAN PRESS/Adrian Wyld via AP)

Da quasi due settimane a Ottawa, la capitale del Canada, sono in corso grosse e partecipate proteste dei camionisti locali contro le restrizioni introdotte dal governo per contenere i contagi da coronavirus. Le proteste si stanno allargando oltre i confini del Canada: hanno ispirato manifestazioni simili negli Stati Uniti, in Australia e anche in Europa, hanno ottenuto il sostegno di diverse figure popolari e apprezzate dai movimenti di estrema destra, tra cui l’ex presidente americano Donald Trump, e stanno avendo un enorme seguito online.

Le proteste di Ottawa – il Freedom Convoy, “Convoglio della libertà” , come si erano autodefiniti i manifestanti – erano iniziate pacificamente a gennaio, con l’introduzione dell’obbligo vaccinale per i trasportatori che arrivavano in Canada dagli Stati Uniti e si erano poi allargate fino a comprendere più in generale le restrizioni contro il coronavirus. Nei giorni successivi le proteste si sono progressivamente politicizzate, coinvolgendo anche simpatizzanti dell’estrema destra, e hanno paralizzato la città: tra le altre cose, centinaia di camionisti hanno bloccato il traffico parcheggiando in mezzo alla strada i propri veicoli e suonato i clacson per ore. Jim Watson, il sindaco di Ottawa, ha dichiarato lo stato di emergenza e ha detto che la situazione è «completamente fuori controllo» e che i poliziotti non riescono a contenere le proteste, anche perché sono numericamente inferiori ai manifestanti.

– Leggi anche: A Ottawa è stato dichiarato lo stato di emergenza per le proteste dei camionisti contro le restrizioni per il coronavirus

Negli ultimi giorni è diventato chiaro che la situazione non accenna a calmarsi, anche perché nel frattempo sono state organizzate manifestazioni simili anche al di fuori del Canada.

È successo negli Stati Uniti, dove Brian Brase, uno degli organizzatori della protesta, ha detto al New York Times che i camionisti statunitensi – in parte coinvolti nella stessa organizzazione delle proteste di Ottawa – stanno pianificando manifestazioni simili a quella canadese «dalla California a Washington». Lunedì scorso la protesta di Ottawa ne ha poi ispirata una in Australia, il cosiddetto «convoglio a Canberra», con camion, rimorchi, camper e macchine, come a Ottawa. 

Anche in Europa si stanno organizzando proteste simili: secondo Politico un po’ in tutti i paesi dell’Unione. La prima è prevista per il 14 febbraio a Bruxelles, in Belgio, dove tra l’altro nei mesi scorsi ci sono già state violente e partecipate proteste contro le restrizioni.

Le proteste di Ottawa sono state riprese e apertamente sostenute da una serie di noti personaggi pubblici molto seguiti tra gli attivisti di estrema destra. Negli Stati Uniti, tra gli altri, lo hanno fatto l’ex poliziotto e commentatore televisivo americano Dan Bongino, Michael Flynn – l’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump, noto anche per i suoi legami col movimento complottista QAnon – e Ben Shapiro, noto attivista e giornalista di estrema destra. Anche lo stesso Donald Trump ha espresso il proprio sostegno alla protesta dei camionisti di Ottawa, oltre a vari politici Repubblicani, tra cui l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee.

Un’ulteriore espressione di sostegno ai manifestanti da parte di personaggi pubblici noti è arrivata quando GoFundMe, la popolare e usatissima piattaforma internazionale per le raccolte fondi, ha sospeso la raccolta precedentemente attivata per le proteste dei camionisti, con cui erano stati raccolti circa 7,8 milioni di dollari, quasi 1 milione dei quali è già stato distribuito.

La settimana scorsa GoFundMe ha deciso di chiudere la raccolta fondi per i camionisti di Ottawa dicendo che violava le proprie regole, e ha dato ai donatori due settimane per chiedere il rimborso, data dopo la quale i soldi raccolti sarebbero stati dati in beneficenza. La cosa è stata duramente criticata: tra gli altri, si sono esposti in difesa dei camionisti di Ottawa il noto imprenditore Elon Musk e due politici Repubblicani negli Stati Uniti – Ronald Dion DeSantis, governatore della Florida e Ted Cruz, senatore del Texas – che hanno accusato GoFundMe di truffa ai danni dei manifestanti.

La protesta dei camionisti di Ottawa ha avuto anche un’enorme diffusione online: l’hashtag #FreedomConvoy è arrivato a circa 1,2 milioni di condivisioni su Facebook, secondo i dati di CrowdTangle, la piattaforma di proprietà di Facebook che fornisce dati per analizzare le attività sui social network. Un altro gruppo Facebook di sostegno ai camionisti di Ottawa è arrivato in pochi giorni ad avere circa 700mila follower.

Nel frattempo in città le proteste dei camionisti continuano, fra le lamentele di molti residenti che si dicono invece favorevoli alle restrizioni e a un loro allentamento graduale. Alcuni di loro hanno anche organizzato contro-proteste per rispondere ai camionisti. Lunedì Peter Sloly, il capo della polizia di Ottawa, ha detto che continuerà a «impiegare tutti gli agenti di polizia disponibili, senza un giorno di pausa» e il ministro della Pubblica sicurezza canadese, Marco Mendicino, ha detto che il governo non ha intenzione di cedere alle richieste dei manifestanti.

– Leggi anche: La lunga protesta dei camionisti contro l’obbligo vaccinale, in Canada