Le manifestazioni degli studenti in decine di città d’Italia

Per protestare contro le modifiche all'esame di maturità e contro l'alternanza scuola-lavoro, soprattutto

La manifestazione degli studenti a Roma (Roberto Monaldo / LaPresse)
La manifestazione degli studenti a Roma (Roberto Monaldo / LaPresse)

Venerdì in diverse città italiane migliaia di studenti hanno protestato contro le ultime decisioni del governo sull’esame di maturità, contro le violenze della polizia sulle manifestazioni di una settimana fa e per chiedere grosse riforme o perfino l’abolizione dei programmi di alternanza scuola-lavoro, in seguito alla morte di uno studente durante un apprendistato a fine gennaio.

La protesta più grossa è stata a Roma, davanti al ministero dell’Istruzione, dove hanno partecipato circa cinquemila studenti, ma ci sono state manifestazioni anche a Milano, Bologna, Genova, Venezia, Palermo, Firenze, Bari, Perugia, Padova e altre città: più di 40, secondo Repubblica. In tutto, gli studenti hanno sostenuto di essere oltre 100mila, ma è probabile che fossero molti meno.

La protesta è stata indetta da varie organizzazioni studentesche, come la Rete degli studenti medi, l’Unione degli studenti, il Fronte della gioventù comunista e Opposizione studentesca d’alternativa. Ha partecipato anche il movimento studentesco noto come La Lupa, che è nato da poco ma che è uno dei più decisi e aggressivi.

La ragione più immediata della manifestazione riguardava l’esame di maturità, le cui regole sono state cambiate pochi giorni fa dal governo che ha reintrodotto, dopo l’emergenza provocata dalla pandemia da coronavirus, due prove scritte da svolgere in presenza. Gli studenti giudicano il cambiamento come una scelta improvvisata, alla quale non sarebbero stati preparati dopo due anni trascorsi in buona parte in didattica a distanza. Soprattutto, la decisione sarebbe stata presa senza consultare gli studenti.

Altri slogan chiedevano l’abolizione del sistema di alternanza scuola-lavoro, dopo le polemiche seguite alla morte di Lorenzo Parelli, lo studente di Udine morto a fine gennaio mentre stava svolgendo un apprendistato. Ci sono stati slogan contro il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, di cui gli studenti hanno chiesto le dimissioni, e contro il presidente del Consiglio Mario Draghi.

Le manifestazioni si sono svolte in gran parte senza incidenti: al contrario di una settimana fa, la polizia non ha caricato gli studenti, che dal canto loro hanno soltanto lanciato alcuni fumogeni.

Intanto il ministro Bianchi ha accettato di ricevere martedì una rappresentanza degli studenti per sentire le loro ragioni. Le proteste comunque continueranno, ne sono già previste altre venerdì prossimo.