Le critiche di Theresa May a Boris Johnson per le feste organizzate durante il lockdown

«O non aveva letto le regole, oppure non le aveva capite», ha detto l'ex prima ministra britannica parlando dello scandalo in cui è coinvolto il suo successore

 (AP Photo/Francisco Seco)
(AP Photo/Francisco Seco)

Lunedì pomeriggio il primo ministro britannico Boris Johnson ha commentato di fronte al parlamento inglese il risultato delle dell’indagine condotta all’interno del governo  riguardante le feste che erano state organizzate nella sua residenza ufficiale a Londra in violazione delle restrizioni introdotte per la pandemia durante il primo lockdown.

Johnson ha chiesto scusa e ha detto che ora attenderà l’esito delle indagini della polizia, ma prima e dopo il suo intervento è stato molto criticato da molti parlamentari. Le critiche più dure sono arrivate dai partiti di opposizione, e in particolare dal partito Laburista, che ne hanno chiesto esplicitamente le dimissioni. Ma diverse critiche sono state mosse a Johnson anche da parlamentari del suo stesso partito, il partito Conservatore. Uno dei commenti più duri è arrivato da Theresa May, prima ministra britannica tra il 2016 e il 2019, di cui Johnson era stato il successore alla guida del paese, che si è rivolta così al primo ministro:

«Quello che il rapporto di Gray mostra è che al numero 10 di Downing Street [la residenza del primo ministro a Londra, ndr] non stavano osservando le regole che avevano imposto ai cittadini, quindi o il mio onorevole amico non aveva letto le regole, oppure non le aveva capite, oppure quelli che erano con lui non pensavano che riguardassero anche loro: quale di queste?»

Johnson ha risposto alla domanda di May rivolgendosi allo speaker della Camera dei Comuni, Lindsay Hoyle, dicendo «questo non è quello che il rapporto Gray dice» e suggerendo a May di aspettare la fine delle indagini della polizia prima di trarre conclusioni sulla vicenda.

– Leggi anche: Cosa dice l’indagine sullo scandalo delle feste a Downing Street

Oltre a May diversi altri membri del partito Conservatore hanno criticato Johnson. Uno degli interventi più severi è stato quello di Aaron Bell che ha ricordato come durante la pandemia, quando sua nonna morì, solo 10 persone poterono partecipare al funerale: «Molte persone che l’amavano avevano dovuto seguirlo online. Non ho abbracciato i miei fratelli, non ho abbracciato i miei genitori. Ho fatto un elogio funebre e poi non sono nemmeno andato a casa sua per una tazza di tè, ho guidato tre ore dal Kent allo Staffordshire. Il primo ministro pensa che io sia stato uno stupido?».

Diversi altri Conservatori hanno invece insistito molto sulla necessità che il rapporto di Sue Gray venga pubblicato integralmente, una volta che le indagini della polizia saranno concluse. La versione consegnata prima a Johnson e poi diffusa alla stampa, infatti, è stata modificata, perché sulle stesse feste sta indagando anche la polizia di Londra, che ha chiesto a Gray di escludere dalle sue conclusioni le accuse più gravi contro Johnson e i suoi collaboratori. Durante il suo intervento in parlamento Johnson si è rifiutato di impegnarsi a pubblicare per intero il rapporto, dicendo che deciderà a tempo debito, ma poche ore dopo la conclusione del dibattito un portavoce del governo ha assicurato che il documento verrà pubblicato integralmente al termine delle indagini.