L’Irlanda ha ridotto gran parte delle limitazioni contro il coronavirus

(AP Photo/ Peter Morrison)
(AP Photo/ Peter Morrison)

L’Irlanda ha ridotto gran parte delle limitazioni che erano state introdotte per contenere la diffusione dei contagi da coronavirus, soprattutto per via della grande circolazione della variante omicron, che attorno alla metà di dicembre era diventata dominante nel paese. La decisione è stata presa con il parere positivo del National Public Health Emergency Team (Nphet), il comitato nazionale che si occupa dell’emergenza coronavirus: nonostante in Irlanda vengano ancora riscontrati migliaia di nuovi contagi ogni giorno, secondo il Nphet «la situazione epidemiologica generale sta migliorando», e i dati più recenti indicano che sia stato sorpassato il picco di contagi della nuova ondata della pandemia.

Da sabato non ci sarà più il coprifuoco che imponeva a pub e ristoranti di chiudere alle 20 e potranno riaprire discoteche e club notturni. Sono anche state allentate le restrizioni sul distanziamento fisico, che richiedevano di mantenere una distanza di due metri dalle altre persone e prevedevano che tra i tavoli dei locali ci fosse una distanza minima di un metro. Inoltre, è stato rimosso l’obbligo di rimanere seduti durante gli eventi nei luoghi chiusi, non c’è più un numero massimo per i ritrovi o per partecipare alle cerimonie e non è più necessario esibire un certificato vaccinale per accedere a locali pubblici e ad altri servizi.

Almeno fino al prossimo 28 febbraio continuerà a essere obbligatorio l’uso della mascherina nei negozi, negli uffici pubblici e sui mezzi di trasporto, mentre il certificato vaccinale sarà sempre necessario per viaggiare all’estero. Da lunedì è previsto anche un rientro graduale sul posto di lavoro in presenza; il governo continuerà comunque a valutare i possibili rischi del rientro in presenza in collaborazione con i sindacati e i gruppi di lavoratori.

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