Elizabeth Holmes è stata condannata per truffa

La CEO di Theranos, l'azienda che voleva rivoluzionare la sanità con analisi del sangue accuratissime, rischia fino a 20 anni di carcere

(AP Photo/Nic Coury)
(AP Photo/Nic Coury)

L’imprenditrice statunitense Elizabeth Holmes, fondatrice e CEO di Theranos e accusata della «truffa più grande di sempre» nell’ambiente delle startup statunitensi, è stata condannata per truffa da un tribunale federale della California. Holmes, che ha 37 anni, era accusata di avere mentito e ingannato per anni investitori e clienti di Theranos, promettendo loro una tecnologia per le analisi del sangue che avrebbe potuto rivoluzionare la sanità, ma che non fu mai sviluppata.

Rischia 20 anni di carcere: la sua pena sarà decisa in una delle prossime udienze del processo, iniziato a settembre del 2021.

Holmes è stata giudicata colpevole per quattro capi d’accusa di truffa, compreso quello più importante, cioè di avere mentito agli investitori di Theranos. È stata invece giudicata innocente per altri quattro capi d’accusa che riguardavano i suoi rapporti con i pazienti delle sperimentazioni, mentre su altri tre capi d’accusa la giuria non è riuscita a raggiungere un verdetto.

Il processo di Holmes è stato osservato con grande attenzione negli Stati Uniti, soprattutto da chi si occupa delle aziende di tecnologia e da tempo segnala come molte di queste ricevano investimenti e quotazioni miliardarie sulla base di semplici promesse, nonostante la mancanza di prodotti concreti da offrire ai loro clienti. La questione resta comunque molto dibattuta, dato che secondo alcuni rimane impossibile tracciare un confine netto fra spregiudicatezza imprenditoriale e truffa vera e propria.

«Elizabeth Holmes ha scritto la storia diventando la più giovane miliardaria non ereditiera della Silicon Valley, nonché una delle rare CEO. Ora ha scritto di nuovo la storia diventando la prima CEO della Silicon Valley ad essere condannata per un reato da colletti bianchi», ha detto al Washington Post Margaret O’Mara, esperta di truffe e corruzione che insegna alla University of Washington.

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La tecnologia di Theranos era stata spacciata da Holmes come rivoluzionaria: l’azienda aveva costruito una macchina delle dimensioni di un vecchio computer fisso che permetteva di fare le analisi del sangue prelevando dai pazienti un campione di sangue da un polpastrello. Secondo Holmes, il macchinario di Theranos poteva effettuare fino a duecento esami diversi con una goccia di sangue, inclusi quelli per la sieropositività all’HIV, per il gruppo sanguigno e per cercare virus di qualsiasi tipo.

A partire dal 2003, Holmes riuscì a raccogliere centinaia di milioni di dollari da grandi e famosi investitori fra cui il celebre imprenditore australiano Rupert Murdoch, facendo raggiungere a Theranos una valutazione di 9 miliardi di dollari in una decina d’anni.

Le sue promesse non furono mai mantenute: tutto iniziò a crollare nel 2015, quando una dettagliata inchiesta del Wall Street Journal rivelò che Holmes e l’ex direttore generale di Theranos, Ramesh “Sunny” Balwani, con cui Holmes aveva una relazione, avevano raccontato moltissime bugie sull’attendibilità delle analisi del sangue e sulle dimostrazioni pratiche del macchinario eseguite fino a quel momento. Theranos fu infine liquidata nel 2018.

Durante il processo, Holmes ha respinto tutte le accuse e si è difesa spiegando di non essersi mai resa conto che la tecnologia su cui si basava il macchinario di Theranos, che era sviluppata dal suo dipartimento tecnologico, in realtà non funzionasse. La strategia della difesa si è basata inoltre sul descriverla come una vittima di abusi emotivi e sessuali da parte del suo partner e socio, Sunny Balwani, che sarà processato a parte.

Il New York Times scrive che ci si aspetta che Holmes faccia ricorso contro la condanna.