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  • Domenica 2 gennaio 2022

Lo strano modo di festeggiare bevendo dalle scarpe in Australia

Si chiama "shoey", potreste averlo visto fare a cantanti e sportivi e ha una storia che sembra arrivare da molto lontano

Uno spettatore australiano beve dalla propria scarpa durante un famoso torneo di cricket tra Australia e Inghilterra. Melbourne, 27 dicembre 2021 (AP Photo/ Asanka Brendon Ratnayake)
Uno spettatore australiano beve dalla propria scarpa durante un famoso torneo di cricket tra Australia e Inghilterra. Melbourne, 27 dicembre 2021 (AP Photo/ Asanka Brendon Ratnayake)

Lunedì scorso, durante un famoso torneo di cricket organizzato a Melbourne, in Australia, uno spettatore si è tolto la propria scarpa destra, ci ha versato dentro della birra e se l’è bevuta usando la calzatura come un boccale. Quella di bere alcol dalle proprie scarpe è una consuetudine non propriamente igienica ma molto diffusa in Australia per festeggiare qualcosa o in segno di buon auspicio: è chiamata “shoey”, si vede fare da sportivi, artisti e cantanti e ha un’origine che secondo alcuni studiosi risalirebbe persino al medioevo.

In Australia lo shoey è diventato popolare soprattutto negli ultimi vent’anni ed è associato a feste, concerti, addii al celibato o eventi sportivi. Come detto, consiste nel versare una bevanda alcolica (solitamente birra) nella propria scarpa o in quella di un’altra persona per poi tracannarla, spesso col risultato di versarsene buona parte addosso. Una volta finito il particolare “rito” ci si rimette la scarpa e si va avanti a fare quello che si stava facendo prima: sicuramente con un piede un po’ più bagnato.

È un modo di far festa molto noto in Australia, che qualche volta si vede anche all’estero. Per esempio lo hanno mostrato l’attore Hugh Grant e il conduttore Jimmy Fallon durante la trasmissione televisiva The Tonight Show. Rapper come Post Malone e Machine Gun Kelly fanno regolarmente lo shoey durante le date australiane dei rispettivi tour, incitati dalla folla. Harry Styles, famoso cantante pop ed ex membro degli One Direction, si era invece rifiutato di bere da una scarpa durante il suo concerto a Brisbane nel 2018, definendola una cosa «disgustosa».

Anche la cantautrice australiana Kacey Musgraves, vincitrice di sei premi Grammy, non aveva voluto fare uno shoey durante il suo concerto a Sydney del maggio del 2019, dicendo al fan che le aveva offerto la propria scarpa che avrebbe «potuto avere il piede d’atleta [un’infezione causata da un fungo che colpisce i piedi] o qualcos’altro». Il giorno successivo, comunque, Musgraves aveva bevuto della tequila versata in una scarpetta di cristallo che aveva portato con sé durante la sua esibizione a Melbourne.

Negli ultimi anni lo shoey è diventato famoso anche a livello internazionale grazie al pilota di Formula 1 Daniel Ricciardo e al pilota di MotoGP Jack Miller, entrambi australiani, che lo hanno fatto varie volte per festeggiare le rispettive vittorie e sono stati a loro volta imitati da altri sportivi.

Anche Valentino Rossi aveva festeggiato in questo modo la seconda posizione ottenuta nella gara di MotoGP di Misano Adriatico nel 2016.

I fondatori di Mad Hueys, un marchio australiano di abbigliamento e accessori legati al mondo della pesca e del surf, dicono di praticare lo shoey fin dalla fine degli anni Novanta. La consuetudine comunque è diventata popolare in Australia attorno al 2010 durante i concerti di musica punk e hardcore-punk, in particolare quelli dei Luca Brasi, una band della Tasmania che suona punk melodico. «Sembrava una cosa divertente», ha detto al New York Times il cantante della band, Tyler Richardson, e «così semplicemente cominciò a essere una cosa che facevamo» durante i concerti. Lo shoey si diffuse così tra altre band più famose e il loro pubblico, e diventò via via più conosciuto.

La cosa fu anche al centro di un incidente diplomatico nel 2016, quando i nove australiani noti col nome di “Budgie Nine” vennero arrestati durante il gran premio della Malesia – un paese dove la religione ufficiale è quella musulmana – per essersi spogliati fino a rimanere in un costume da bagno che rappresentava la bandiera del paese e aver bevuto birra dalle proprie scarpe.

Lo spirito cameratesco piuttosto turbolento ma comunque bonaccione che sembrano avere molti australiani, conosciuto come “larrikinism”, può spiegare solo in parte come mai l’usanza si sia diffusa così tanto nel paese. Rintracciare le sue origini è piuttosto difficile, ma ci sono alcune teorie.

Alcuni raccontano che l’abitudine fosse stata importata in Australia dai soldati britannici dopo la fine della Prima guerra mondiale, e fosse circolata nelle università e nei club segreti come una sorta di sfida o punizione; altri invece sostengono che sia collegata a una tradizione dell’Ottocento per cui i soldati tedeschi bevevano dallo stivale di un commilitone come rito di iniziazione, oppure da quello del proprio generale dopo una vittoria in battaglia (una storia simile riguarda anche l’invenzione del tradizionale boccale di birra a forma di stivale usato in Germania, chiamato Bierstiefel).

Secondo alcuni studiosi, la tradizione di bere dalle scarpe arriverebbe addirittura dal medioevo, quando le scarpe erano viste come simbolo di ricchezza e potere e pertanto usarle per bere poteva essere considerato un gesto di buon auspicio.

Un’altra declinazione dell’abitudine si osservò nella prima metà del Ventesimo secolo, quando bere dalle scarpette femminili era considerato un gesto sofisticato e sensuale, ma anche piuttosto decadente. Secondo la versione più diffusa di questa storia, tutto ebbe inizio nel 1902, quando una prostituta di un bordello di Chicago versò per sbaglio dello champagne sulla propria scarpa. A quel punto un uomo che si trovava nel locale assieme ad alcuni uomini vicini al principe Enrico di Prussia raccolse la scarpa e bevve lo champagne, dicendo – si racconta – che non voleva far bagnare il piede della prostituta. Secondo la storia, tutto l’entourage di Enrico di Prussia volle poi fare lo stesso.

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