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  • Mercoledì 15 dicembre 2021

Cosa si sa dell’esplosione a Ravanusa

I morti sono nove, e l'ipotesi è che sia stata causata da un grosso accumulo di gas sotto a uno dei palazzi crollati

(ANSA/ Matteo Guidelli)
(ANSA/ Matteo Guidelli)

Nel pomeriggio di martedì è stato trovato il corpo dell’ultima persona morta nel crollo che sabato sera aveva coinvolto diversi palazzi a Ravanusa, in provincia di Agrigento. In tutto sono morte nove persone, due sono rimaste ferite e più di cento sono sfollate dopo l’esplosione, provocata da una perdita di gas metano nei sotterranei di via Trilussa, dove si trovavano i palazzi.

Non si conoscono però ancora le cause dell’esplosione, e solo una volta liberata l’area da tutti i detriti si potranno eseguire le verifiche necessarie sulle tubature di gas, per capire come sia avvenuta la perdita e se siano state effettuate correttamente tutte le dovute opere di manutenzione sull’impianto. Nel frattempo la procura di Agrigento ha aperto un’indagine contro ignoti per disastro e omicidio colposi, e ha disposto il sequestro dell’area in cui si trovano i palazzi crollati e danneggiati e quella circostante, per un totale di 10mila metri quadri.

Le indagini, coordinate dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e dalla pm Sara Varazi, sono state affidate ai carabinieri che per ora ipotizzano che nei giorni precedenti all’esplosione ci sia stato un grosso accumulo di gas sotto a uno dei palazzi crollati, “una bolla” che sarebbe scoppiata solo sabato dopo un innesco di cui non si conosce ancora l’origine (forse un interruttore della luce o l’ascensore del palazzo).

Secondo il colonnello Vittorio Stingo, comandante dei carabinieri di Agrigento, «molto probabilmente questo accumulo di gas risale a diversi giorni e si è creato per un cedimento in un alveo, una caverna nel sottosuolo», causato forse da una frana del terreno. Stingo ha specificato che uno dei punti da chiarire sarà anche come sia stato possibile che il gas metano si sia accumulato in questa “bolla” nel sottosuolo per giorni, senza salire verso l’alto come farebbe normalmente quando fuoriesce dalle tubature.

Gli altri due punti importanti da chiarire per il prosieguo delle indagini sono se nei giorni precedenti al crollo ci siano state avvisaglie di qualche tipo della fuga di gas, e come e quando siano stati fatti gli ultimi controlli sulle tubature. Per quanto riguarda il primo punto, sui giornali negli ultimi giorni sono state riportate testimonianze di diverse persone secondo cui la scorsa settimana nella zona dell’esplosione si sarebbe avvertito odore di gas.

Queste dichiarazioni sono state però smentite dai carabinieri, che stanno raccogliendo tutte le testimonianze delle persone residenti. Il colonnello Stingo ha detto che al momento «nessuno ha confermato l’ipotesi di un odore di gas nei giorni scorsi: non ci sono state segnalazioni né a noi né all’Italgas né all’amministrazione comunale».

Anche Italgas, la società che ha in concessione la gestione della rete di distribuzione di gas metano a Ravanusa, ha detto che la scorsa settimana non era arrivata nessuna segnalazione di perdite di gas al suo servizio di pronto intervento, e che la prima segnalazione era arrivata solo sabato sera dopo l’esplosione. Ha inoltre detto che l’intera rete di distribuzione di Ravanusa è stata ispezionata sia nel 2020 sia nel 2021.

Italgas ha inoltre chiarito in una nota un altro punto su cui c’era stata un po’ di confusione nei giorni scorsi, riguardo a un lavoro di manutenzione effettuato dalla società sulla rete di Ravanusa cinque giorni prima del crollo. A parlare di questo lavoro di manutenzione era stato il colonnello Stingo, ma Italgas ha detto che nella zona non c’erano cantieri in corso, che ipoteticamente avrebbero potuto creare uno smottamento nel terreno: «le uniche attività eseguite dalla società hanno riguardato la periodica manutenzione delle valvole stradali, presenti in aree distanti da via Trilussa, e otto sopralluoghi tecnici per attività di sostituzione o attivazione di contatori».

Italgas ha anche detto che le tubature di via Trilussa erano state posate nel 1988, e che non avevano bisogno di sostituzione. Il periodo di vita utile delle tubature, cioè il periodo in cui l’utilizzo è accettabile prima che ne cominci il deterioramento, è secondo Italgas di 60 anni, e quelle di via Trilussa erano quindi in regola con i tempi prescritti dall’ARERA (l’autorità di regolazione per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico). Nel frattempo, dopo i crolli di sabato, sono arrivate a Italgas segnalazioni di perdite di gas in alcune vie limitrofe a via Trilussa, ma in seguito alle necessarie verifiche in due casi non sono state rilevate perdite, e in un terzo i tecnici hanno provveduto alla sostituzione di un breve tratto di tubatura.