La procura di Verona ha chiesto l’archiviazione per Luca Morisi

Luca Morisi (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
Luca Morisi (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

La procura di Verona ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta contro Luca Morisi, l’ex responsabile della comunicazione e dei social network della Lega e di Matteo Salvini, indagato per cessione e detenzione di sostanze stupefacenti in una vicenda che è stata per giorni al centro della cronaca politica nazionale. La decisione era già nota: lo scorso 30 novembre era stata anticipata ai giornali dalla procuratrice Angela Barbaglio.

I fatti al centro dell’inchiesta risalivano alla notte del 14 agosto, che Morisi trascorse in casa sua, in provincia di Verona, insieme a un amico e a due giovani poi trovati in possesso di droga: in particolare un flacone di GHB (acido gamma-idrossibutirrico), una sostanza sedativa spesso definita impropriamente “droga dello stupro“, e un piccolo quantitativo di cocaina.

Morisi aveva ammesso di aver acquistato la cocaina per la serata, ma aveva negato di aver acquistato il flacone di GHB. Le indagini hanno confermato la sua tesi: Morisi ha acquistato la cocaina, mentre il GHB era stato portato in casa dai due giovani.

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La procura ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta «per particolare tenuità del fatto»: cioè quando, a certe condizioni, si stabilisce che il reato c’è stato, ma viene meno la punibilità di chi l’ha commesso. Se il giudice per le indagini preliminari accoglierà la richiesta, Morisi non sarà processato. L’archiviazione dell’indagine è stata richiesta anche per uno dei due giovani coinvolti nei fatti; all’altro non era stata mossa nessuna accusa.