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  • Mercoledì 24 novembre 2021

Una delle condanne ingiuste più lunghe della storia americana

Kevin Strickland fu condannato per triplice omicidio nel 1979 ma era innocente: è stato liberato dopo oltre 42 anni

Kevin Strickland durante un'udienza in un tribunale di Kansas City, in Missouri, lo scorso 8 novembre (Tammy Ljungblad/ The Kansas City Star via AP, File)
Kevin Strickland durante un'udienza in un tribunale di Kansas City, in Missouri, lo scorso 8 novembre (Tammy Ljungblad/ The Kansas City Star via AP, File)

Martedì il giudice di un tribunale del Missouri ha ordinato la scarcerazione immediata di Kevin Strickland, un uomo afroamericano di 62 anni che era stato condannato ingiustamente per un triplice omicidio avvenuto nel 1978 e che ha trascorso gli ultimi 42 anni in carcere. Quella di Strickland è stata la condanna ingiusta più lunga della storia del Missouri e una delle più lunghe in tutta la storia degli Stati Uniti. Il suo caso era stato riesaminato di recente per i dubbi sulle prove e sulle testimonianze che avevano portato alla sua condanna. In tutti questi anni Strickland aveva sempre detto di essere innocente.

Strickland fu condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale per 50 anni nel giugno del 1979, in seguito a una rapina in una casa di Kansas City, la città più popolosa del Missouri. La rapina era stata compiuta il 25 aprile dell’anno precedente, quando lui aveva 18 anni: quattro aggressori avevano ucciso tre persone all’interno della casa, tutte tra i 20 e i 22 anni; una quarta persona, una ragazza di vent’anni, era riuscita a salvarsi dopo essere stata ferita e aver fatto finta di essere morta.

Strickland era stato arrestato il giorno seguente in seguito a un’imbeccata ed era stato condannato sulla base della testimonianza dell’unica ragazza sopravvissuta alla rapina, Cynthia Douglas, che in seguito aveva detto di aver subìto pressioni da parte della polizia per indicarlo come uno dei colpevoli. Strickland aveva detto che quella sera era stato a casa a guardare la televisione con varie persone della sua famiglia, che avevano confermato la sua versione. Durante le indagini non erano emerse prove che dimostrassero che avesse partecipato alla rapina, e peraltro le altre persone incriminate per la rapina, che lo conoscevano, avevano detto che lui non c’era.

Anni dopo il processo, Douglas ritrattò la sua testimonianza parlandone con un’organizzazione non profit che si occupa di dare assistenza legale alle persone condannate ingiustamente, ma morì prima di ritirarla ufficialmente. Grazie a una nuova legge statale, il caso di Strickland ha potuto essere riesaminato a partire dall’anno scorso, con la conclusione che decine di impronte digitali, tra cui quelle sull’arma da fuoco usata per uccidere le persone durante la rapina, non erano le sue.

In totale, Strickland è stato incarcerato ingiustamente per 15.487 giorni. Uscito dal carcere, martedì, ha detto di voler andare a visitare la tomba della madre e di voler vedere l’oceano, aggiungendo: «Non credevo che questo giorno sarebbe mai arrivato».

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