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  • Mercoledì 24 novembre 2021

Nessuno gioca a pallavolo come Conegliano

La squadra femminile della città del prosecco, costruita con la ricchezza data dal suo territorio, sta segnando un’epoca dello sport italiano

di Pietro Cabrio

Paola Egonu e Robin De Kruijf ai Mondiali per club in Cina nel 2019 (Weng Xinyang/Xinhua via ZUMA Wire)
Paola Egonu e Robin De Kruijf ai Mondiali per club in Cina nel 2019 (Weng Xinyang/Xinhua via ZUMA Wire)

Domenica 21 novembre, con la vittoria in campionato contro Trento, l’Imoco Volley di Conegliano ha stabilito il record mondiale di imbattibilità per una squadra femminile di pallavolo. Con 74 successi consecutivi ha superato il precedente record stabilito dalla Vakif di Istanbul, squadra quattro volte campione d’Europa. Nelle successive due partite, l’Imoco ha ottenuto altre due vittorie portando il record a 76.

Prima di essere battuta da Firenze il primo di dicembre, Conegliano non perdeva una partita dal dicembre del 2019. In questo arco di tempo ha vinto tutto: un campionato, due coppe nazionali e una Champions League (e qualche giorno prima dell’ultima sconfitta aveva vinto il Mondiale per club in Cina). Dalla prima all’ultima partita di questo record, la squadra di una piccola città di provincia con poco più di 34mila abitanti ha battuto ripetutamente avversarie di metropoli come Istanbul, Canton, Mosca e Belo Horizonte.

Il suo nome completo è Imoco Prosecco Doc Conegliano, perché è la squadra di una delle due città a nord di Treviso (l’altra è Valdobbiadene) in cui si concentra la produzione del prosecco, il vino che soltanto nell’ultimo anno ha venduto circa 500 milioni di bottiglie in tutto il mondo per un volume di affari di oltre 2,4 miliardi di euro. Ed è proprio dal prosecco e dalla vasta filiera enologica presente nel territorio che nasce la storia della squadra di volley più vincente di questi anni.

Tra proprietà, soci e amministratori, tutti hanno a che fare in qualche modo con il vino. Le famiglie fondatrici della squadra, per esempio, sono tre. I Garbellotto possiedono una storica azienda che produce botti e tini, attiva a Conegliano fin dal 1775. I Maschio — di Conegliano anche loro — possiedono cantine e distillerie altrettanto storiche: insieme ai Polo, la terza famiglia coinvolta nella proprietà, gestiscono l’altra azienda leader nel territorio, l’Imoco, che fra le sue tante attività produce le etichette delle bottiglie e dà il nome alla squadra. Tra gli ultimi soci c’è inoltre la Antonio Carraro, azienda di Padova che produce i trattori compatti usati sui ciglioni delle colline del prosecco, nominate patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

In appena dieci anni l’Imoco è diventata una delle squadre di pallavolo più forti al mondo, se non la più forte in questo momento. Fu fondata nel 2012 dopo il ridimensionamento della Spes, la storica squadra di Conegliano, rimasta attiva soltanto nel settore giovanile. Le ambizioni furono abbastanza chiare fin dalla stagione d’esordio, conclusa al secondo posto in campionato. Da allora i campionati vinti sono stati quattro e i titoli complessivi quattordici.

Nelle ultime stagioni Conegliano ha preso una forma definitiva diventando una squadra contraddistinta da un grandissimo potenziale offensivo. La giocatrice da più tempo in squadra è Monica De Gennaro, libero della Nazionale, vincitrice della Coppa del mondo nel 2011 e quest’anno anche campionessa d’Europa. A formare la “colonna” italiana dell’Imoco ci sono poi Miriam Sylla, che dell’Italia è capitana e che nella finale degli ultimi Europei ha segnato il punto decisivo, e poi Paola Egonu, per molti la pallavolista più forte al mondo, presa due anni fa dal Novara, la rivale principale in campionato.

Alle italiane si aggiungono Kathryn Plummer, schiacciatrice statunitense cresciuta alla Stanford University, la centrale olandese Robin de Kruijf e Joanna Wolosz, esperta palleggiatrice polacca, confermata la scorsa estate come capitana. L’allenatore invece è Daniele Santarelli, marito di Monica De Gennaro, succeduto nel 2017 a Davide Mazzanti, passato alla guida della Nazionale femminile. Con questo assetto l’Imoco punta a vincere tutto, ancora. «Alle ragazze ho detto che possiamo vincere di nuovo tutti i trofei: Scudetto, Coppa Italia, Champions League e Mondiale per club» ha detto Santarelli dopo il record di vittorie raggiunto.

Oltre alla qualità della squadra, quello che rende particolare l’Imoco è il fatto di essere ancora una società dilettantistica senza scopo di lucro, come il resto dei club di pallavolo italiani. Con la sua istituzione nel 2012 il gruppo proprietario ha voluto ridare al territorio una piccola parte delle sue fortune, creando una realtà sportiva di alto livello che non rappresenta esclusivamente Conegliano, ma tutta quella parte di Nord-Est fra Veneto orientale e Friuli Venezia Giulia.

L’Imoco gioca le sue partite casalinghe al Palaverde di Treviso, il palazzetto che per decenni ospitò i successi delle squadre di basket e volley della famiglia Benetton. Dal 2012 il pubblico al Palaverde è costantemente il più numeroso della pallavolo italiana, con una media di oltre 4.000 spettatori provenienti da tutto il Triveneto, incentivati da una politica di coinvolgimento che, almeno fino alla pandemia, premiava i gruppi e le comitive più numerose con prezzi agevolati.

Tuttavia, come per tutto il mondo della pallavolo italiana, gli effetti della pandemia hanno rappresentato un grosso rischio per l’Imoco, che con un fatturato annuo compreso fra i 3 e i 6 milioni di euro si limita a coprire i costi ed evitare perdite nei bilanci annuali. La lunga chiusura al pubblico e le aperture a capienza ridotta sono pesate molto sui conti del club, ma non hanno allontanato i tifosi, il cui ritorno è servito a rientrare almeno nei costi di gestione delle strutture. Il resto lo fanno le quasi 160 aziende che da anni offrono il loro sostegno come sponsor, gran parte delle quali provenienti dal Nord-Est e coinvolte nel mondo del vino e del prosecco in particolare.

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