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  • Martedì 23 novembre 2021

Il primo pilota cinese in Formula 1

L’arrivo di Zhou Guanyu alla Sauber Alfa Romeo al posto di Antonio Giovinazzi sta riproponendo il dibattito sull'equilibrio fra soldi e merito in Formula 1

Zhou Guanyu sul podio della Formula 2 (Michael Regan/Getty Images)
Zhou Guanyu sul podio della Formula 2 (Michael Regan/Getty Images)

Mentre ci avviciniamo alla fine di una delle stagioni più combattute e appassionanti nella storia recente della Formula 1, il campionato automobilistico più famoso al mondo si prepara a cambiare completamente. Con il nuovo regolamento il modo in cui verranno progettate le macchine sarà profondamente diverso rispetto a come è stato finora, e i capi della Formula 1 sperano che questo porti benefici in termini di spettacolo e competitività.

In attesa di vedere questi cambiamenti, altri sono stati annunciati in queste settimane e riguardano i piloti. Con l’inizio di quella che si può definire una nuova era per la Formula 1, molte delle scuderie stanno infatti rinnovando le loro guide in vista della prossima stagione. Finora uno degli ingaggi che hanno attirato di più l’attenzione è stato quello di Zhou Guanyu, che diventerà il primo pilota cinese nella storia della Formula 1.

Zhou ha ventidue anni, viene dalle categorie minori dell’automobilismo ed è stato ingaggiato dalla Sauber, storica scuderia svizzera sponsorizzata dall’Alfa Romeo. Sostituirà l’italiano Antonio Giovinazzi, che lascerà il posto a un esordiente nonostante dei risultati in linea con le aspettative ottenuti con una macchina poco competitiva. Il suo trattamento ha fatto parecchio discutere, soprattutto nelle ultime gare, dove in tanti si sono accorti dello scarso sostegno arrivato dalla Sauber, che spesso lo ha ostacolato in gara con strategie sbagliate e penalizzanti, sbadatamente o di proposito.

Per il prossimo Mondiale la Sauber ha deciso di ingaggiare due nuovi piloti senza legami in essere con la Ferrari, di cui utilizza i motori. Oltre a Giovinazzi — terzo pilota della Ferrari nel 2017 — verrà infatti sostituito anche Kimi Raikkonen, che due anni fa si scambiò il posto con Charles Leclerc e dalla prossima stagione lo lascerà al finlandese Valtteri Bottas.

Se per Bottas sarà l’occasione per smarcarsi dalla fama di secondo pilota al servizio della Mercedes e del campione del mondo Lewis Hamilton, l’ingaggio di Zhou è considerato un azzardo, almeno dal punto di vista della competitività. Il pilota cinese è cresciuto nell’accademia automobilistica della Ferrari, ma nei tre anni passati in Formula 2 — la categoria inferiore alla Formula 1 — non si è fatto distinguere più di altri: ha ottenuto quattro vittorie e ora è al secondo posto nella classifica generale, ma abbastanza lontano dall’australiano Oscar Piastri, che in Formula 1 ci andrà soltanto come pilota di riserva della Alpine.

Come spesso capita in Formula 1, un campionato economicamente molto impegnativo per le scuderie, costantemente alla ricerca di sponsor e finanziatori, soprattutto le più piccole, la Sauber sembra aver scelto Zhou più per una questione di opportunità economiche che sportive. Da primo pilota cinese in Formula 1, si stima infatti che possa portare con sé sponsorizzazioni per oltre 30 milioni di dollari soltanto da gruppi cinesi e asiatici, fondamentali nella gestione di una scuderia modesta come la Sauber.

Oltre a questo, la Cina è un mercato da cui la Formula 1 può ancora guadagnare molto, considerando che l’interesse è ritenuto in crescita da anni ma riguarda ancora una piccola fetta di appassionati in un paese da oltre un miliardo di abitanti. Di recente, inoltre, il Gran Premio di Shanghai è stato confermato almeno fino al 2025.

La Sauber non è di certo la prima scuderia disposta a “sacrificare” una delle sue guide per garantirsi un sostegno economico non indifferente. La statunitense Haas, per esempio, impegnata nel costoso sviluppo dei progetti per il prossimo anno e a corto di finanziamenti per la stagione in corso, sopravvive quasi esclusivamente con finanziamenti portati dai suoi due giovani e inesperti piloti, il russo Nikita Mazepin e Mick Schumacher, figlio di Michael. Nella Williams, invece, la differenza di rendimento fra George Russell (non a caso prossimo compagno di squadra di Hamilton alla Mercedes) e Nicholas Latifi, figlio di un miliardario canadese, è evidente. Giovinazzi ha commentato l’arrivo di Zhou alla Sauber dicendo: «Quando comandano i soldi, la Formula 1 è spietata».