Julián Carrón si dimetterà da presidente di Comunione e Liberazione

(PASQUALE BOVE/ANSA-ARCHIVIO/TO)
(PASQUALE BOVE/ANSA-ARCHIVIO/TO)

Il teologo spagnolo Julián Carrón ha annunciato che si dimetterà da presidente di Comunione e Liberazione (CL), noto e influente movimento cattolico conservatore molto diffuso in Italia. Carrón ha 71 anni ed era diventato presidente e quindi capo del movimento dal 2005, in seguito alla morte del fondatore Luigi Giussani.

Carrón ha annunciato le sue dimissioni con una lettera pubblicata sul sito di Comunione e Liberazione in cui ha detto che la sua decisione dovrà «favorire che il cambiamento della guida a cui siamo chiamati dal Santo Padre – attraverso il Decreto sull’esercizio del governo all’interno dei movimenti – si svolga con la libertà che tale processo richiede».

Il decreto a cui Carrón fa riferimento era stato firmato dal Papa lo scorso giugno e prevedeva di limitare a due mandati quinquennali il governo dei gruppi laici, come Comunione e Liberazione, «affinché l’autorità sia un autentico servizio alla comunione contro il rischio di personalismi e abusi». Nei mesi scorsi il decreto aveva creato alcuni contrasti tra il Vaticano e Comunione e Liberazione: Carrón aveva comunicato di essere disposto ad adeguarsi e a fare quello che serviva per arrivare all’elezione di un nuovo presidente, ma non aveva preso provvedimenti concreti per la sua successione.

Da quando ha ereditato la carica di presidente da Giussani, di cui era un fedelissimo collaboratore, Carrón ne ha proseguito per molti anni lo stile e l’approccio: CL ha continuato a lungo a condizionare la politica locale e nazionale cercando di spostare più a destra il dibattito su alcuni temi che le stavano a cuore, costruendosi nel frattempo una cospicua influenza in ambito sanitario e immobiliare, soprattutto in Lombardia. Soltanto negli ultimi anni Carrón aveva cercato di sottrarre il movimento dal dibattito nazionale, auspicando maggiori attenzioni alla vita spirituale della comunità.