Il presidente turco Erdogan vuole dichiarare “persona non grata” dieci ambasciatori di altrettanti paesi

(EPA/VLADIMIR SMIRNOV)
(EPA/VLADIMIR SMIRNOV)

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto sabato di aver dato disposizioni al ministro degli Esteri di dichiarare “persona non grata” dieci ambasciatori di altrettanti paesi che avevano chiesto la liberazione dell’imprenditore e filantropo turco Osman Kavala.

Kavala è incarcerato dalla fine del 2017, con l’accusa di aver finanziato alcune proteste nel 2013 e di essere stato coinvolto nell’organizzazione del colpo di stato fallito del 2016; si dichiara da sempre innocente. Nel 2020 era stato prosciolto dalle accuse che riguardavano il suo coinvolgimento nelle proteste del 2013, ma la sentenza era stata velocemente ribaltata e gli erano state mosse nuove accuse legate al colpo di stato fallito.

In una dichiarazione congiunta diffusa il 18 ottobre, gli ambasciatori in Turchia di Canada, Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Finlandia, Nuova Zelanda e Stati Uniti avevano chiesto che si arrivasse a una risoluzione rapida del caso di Kavala. Erano stati convocati dal ministro degli Esteri turco, che aveva definito la dichiarazione irresponsabile.

«Ho dato ordine al nostro ministro degli Esteri e gli ho detto cosa deve essere fatto: questi dieci ambasciatori devono essere immediatamente dichiarati “persona non grata”», ha detto Erdogan durante un comizio nella città di Eskisehir, nel nordovest della Turchia. «Impareranno a capire la Turchia. Altrimenti dovranno andarsene».

La Corte Europea per i Diritti Umani aveva chiesto nel 2019 l’immediata liberazione di Kavala, sostenendo che non ci fosse alcun ragionevole sospetto che avesse commesso reati, e che la sua protratta detenzione avesse la funzione di ridurlo al silenzio. Il Consiglio d’Europa, che verifica l’applicazione delle decisioni della Corte Europea per i Diritti Umani, ha detto che aprirà una procedura d’infrazione nei confronti della Turchia se Kavala non verrà liberato.

È pratica comune che i membri di una missione diplomatica dichiarati “persona non grata” (la locuzione è latina, letteralmente “persona non gradita”) vengano richiamati ai loro paesi d’origine, dato che, tra le altre cose, questo status li priva dell’immunità diplomatica.