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  • Domenica 17 ottobre 2021

In un arcipelago di Taiwan il cielo notturno è illuminato di verde

A causa delle barche dei pescatori cinesi di calamari, e la cosa non piace agli abitanti locali

Una delle barche usate per la pesca notturna dei calamari (Six Senses Yao Noi)
Una delle barche usate per la pesca notturna dei calamari (Six Senses Yao Noi)

Nell’arcipelago taiwanese di Matsu, ad appena 9 chilometri dalla Cina continentale, da mesi il cielo viene periodicamente illuminato da una persistente luce verde. Le lampade verdi, molto potenti, sono usate dai pescatori cinesi di calamari, che abbondano nella zona, per attirare gli animali in superficie, ma di fatto stanno cambiando il panorama delle isole: «È come essere in un film di fantascienza», ha detto uno degli abitanti al Washington Post.

L’arcipelago è storicamente famoso per l’abbondanza di pesce nelle sue acque, ma da tempo la pesca locale è in crisi: i pescatori del luogo danno la colpa alle navi cinesi che dragano i fondali circostanti per prendere la sabbia necessaria a far funzionare i tanti cantieri edili in terraferma.

Le tensioni tra Taiwan e Cina sono in aumento da mesi, alimentate dalle rivendicazioni cinesi sulla sovranità dell’isola, che gode di un’indipendenza di fatto. Queste tensioni, oltre che delle numerose violazioni dello spazio aereo rivendicato da Taiwan compiute di recente dall’esercito cinese, e da altre simili manovre militari o diplomatiche, sono fatte anche di provocazioni più piccole, come quelle che si verificano quotidianamente sulle piccole isole taiwanesi.

Negli ultimi tempi il fenomeno delle luci verdi notturne si è intensificato, a causa della grande richiesta di calamari proveniente dalla Cina. Nel periodo più indicato per la loro pesca, che va da giugno a settembre, una sola barca può pescarne anche 180 chili, che vengono poi venduti nei mercati della provincia di Fujian per l’equivalente di 11 dollari circa al chilo, scrive il Washington Post.

Da aprile le autorità taiwanesi hanno confiscato oltre otto tonnellate di esche e trappole lasciate dai pescatori cinesi. Ma tra i funzionari dell’arcipelago e la Cina non esiste dialogo ormai dal 2016, ed è difficile trovare una soluzione condivisa.

La presenza sempre più fitta di luci verdi che illuminano le coste è considerata dagli abitanti locali come una sorta di pressione psicologica da parte della Cina. Per molti, è anche un danno sia per le altre tipologie di pesca che per il turismo, su cui l’economia locale fa grande affidamento. I pescatori cinesi sostengono invece che l’illuminazione notturna abbia solo ragioni pratiche.