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  • Venerdì 24 settembre 2021

L’arresto di Puigdemont in Sardegna

L'ex presidente indipendentista catalano è stato liberato venerdì pomeriggio, ma deve restare nella regione in attesa che venga deciso se estradarlo in Spagna

(Sean Gallup/Getty Images)
(Sean Gallup/Getty Images)

Giovedì sera Carles Puigdemont, ex presidente catalano che nell’ottobre del 2017 aveva dichiarato unilateralmente l’indipendenza della Catalogna dalla Spagna, è stato arrestato all’aeroporto di Alghero, in Sardegna, sulla base di un mandato d’arresto europeo emesso nei suoi confronti dal Tribunale Supremo spagnolo. Ad Alghero avrebbe dovuto partecipare a una manifestazione di celebrazione della cultura catalana.

Dopo l’arresto, Puigdemont è stato portato nel carcere di Sassari e nel pomeriggio di venerdì è stato liberato. La giudice della Corte d’Appello di Sassari, Plinia Azzena, ha detto che l’arresto di Carles Puigdemont non è stato illegale, ma allo stesso tempo ha stabilito che non c’è motivo di applicare a suo carico alcuna misura cautelare. Puigdemont dovrà però restare in Sardegna fino a quando verrà deciso se estradarlo in Spagna o meno.

Puigdemont era stato presidente della Catalogna per un anno, a partire dal 2016, prima di scappare in Belgio per evitare di essere processato in Spagna con l’accusa di sedizione e ribellione. Era stato ritenuto infatti il principale responsabile dell’organizzazione del referendum sull’indipendenza della Catalogna tenuto nell’ottobre del 2017, e ritenuto illegale dallo stato spagnolo; ed era stato il politico che poco dopo aveva di fatto annunciato unilateralmente l’indipendenza della Catalogna, appoggiata comunque dal suo governo e dal parlamento catalano, a maggioranza indipendentista.

Secondo il Pais, la richiesta di estradizione per Puigdemont è stata presentata dalla Spagna nel pomeriggio di venerdì: adesso saranno i tribunali italiani che decideranno se Puigdemont dovrà essere estradato in Spagna oppure no.

Nel 2018 Puigdemont era già stato sottoposto a richiesta di estradizione. Nel marzo di quell’anno era stato arrestato in Germania con l’aiuto dell’intelligence spagnola e sulla base di un ordine di arresto europeo emesso dal Tribunale Supremo spagnolo. Un tribunale tedesco dello stato di Schleswig-Holstein aveva però stabilito che Puigdemont poteva essere estradato in Spagna solo per il reato di malversazione (uso irregolare di fondi pubblici), ma non per quello di ribellione, il più grave di cui è accusato e che prevede fino a 30 anni di carcere. Puigdemont era stato liberato ed era tornato in Belgio.

Nel 2019 Puigdemont era stato eletto europarlamentare insieme ad altri leader indipendentisti catalani, e aveva di conseguenza ottenuto l’immunità derivante da quella carica. Lo scorso marzo il Parlamento europeo aveva però deciso di revocare l’immunità a Puigdemont, riaprendo di fatto la strada a un mandato d’arresto europeo e a una possibile estradizione. Il 2 giugno il Tribunale dell’Unione Europea (l’organo di primo grado della Corte di giustizia dell’Unione) aveva temporaneamente riabilitato l’immunità, su richiesta degli avvocati di Puigdemont che temevano che l’ex presidente catalano potesse essere arrestato durante i suoi spostamenti in Francia, per recarsi alla sede del Parlamento Europeo a Strasburgo. Lo stesso tribunale il 30 luglio aveva però confermato la revoca dell’immunità, sostenendo che Puigdemont non corresse il rischio di un arresto nei suoi spostamenti a Strasburgo.

Nel frattempo il Tribunale Supremo spagnolo aveva sospeso il mandato di arresto nei confronti di Puigdemont, almeno finché il Tribunale dell’Unione Europea non avesse risolto un’altra questione in sospeso: nel gennaio del 2021 la Corte d’Appello di Bruxelles, in Belgio, aveva infatti respinto la richiesta della Spagna di estradare l’ex assessore catalano Lluis Puig; il Tribunale Supremo spagnolo aveva fatto ricorso a quello europeo per determinare se la giustizia belga avesse violato o meno le regole.

Considerato che questa questione al momento non è ancora stata risolta, in teoria il mandato di arresto dovrebbe considerarsi ancora sospeso.

Su questo punto c’è poca chiarezza però, perché fonti del Tribunale Supremo hanno detto ai giornali spagnoli che il mandato d’arresto sarebbe rimasto sempre “attivo” dal 2019, quando era stato emesso nuovamente a seguito della condanna degli altri leader indipendentisti catalani per sedizione in Spagna (quindi dopo la decisione del tribunale dello stato tedesco di Schleswig-Holstein di non ammettere il reato di ribellione per l’estradizione di Puigdemont). In sostanza, il Tribunale Supremo sembra sostenere che il mandato di arresto non sia mai stato davvero sospeso, cosa che invece è contestata dall’avvocato di Puigdemont. Non è chiaro inoltre se la garanzia di non essere arrestato valesse solo per i viaggi di Puigdemont verso Strasburgo.

Le vicende giudiziarie che hanno riguardato Puigdemont negli ultimi anni sono molto complicate, e lo sono diventate ancora di più da quando l’ex presidente è stato eletto europarlamentare. Non è chiaro cosa succederà ora: una possibilità, scrivono i giornali spagnoli, è che l’avvocato di Puigdemont ricorra nuovamente al Tribunale dell’Unione Europea pechiedere la reintroduzione temporanea dell’immunità parlamentare, considerato che a luglio la sospensione era stata confermata sulla base della mancanza di una «minaccia imminente» di arresto. Se il tribunale dovesse accogliere la richiesta, le autorità italiane dovrebbero permettere all’ex presidente catalano di lasciare la Sardegna.