Apple contro chi le rovina i segreti

Quest'anno analisti ed esperti hanno sbagliato diverse previsioni sui nuovi iPhone, anche per la maggiore aggressività dell'azienda contro le fughe di notizie

(Apple)
(Apple)

Le caratteristiche dei nuovi iPhone 13 e Apple Watch presentati a inizio settimana da Apple erano state anticipate come sempre nei mesi scorsi da rispettati analisti, siti di tecnologia e giornali, ma molte delle loro previsioni si sono rivelate imprecise e in alcuni casi completamente sbagliate. Nel complesso negli ultimi anni le anticipazioni si erano quasi sempre rivelate accurate, al punto da far pensare che Apple non fosse più in grado di mantenere gli alti livelli di segretezza imposti – talvolta con una certa ossessione – da Steve Jobs. Il suo successore, Tim Cook, sembrava essere meno interessato al problema, ma nell’ultimo anno le cose sono cambiate, con i legali di Apple che per tutelare i segreti sono diventati molto più aggressivi, a scapito di chi si era costruito una certa reputazione online svelando in anticipo i dettagli sui prodotti e i piani dell’azienda.

Le informazioni su Apple, una delle società più ricche al mondo, e sui dispositivi che produce sono molto richieste dai media, dagli analisti, dagli esperti di marketing e dagli appassionati di tecnologia. Chi si occupa di fornire anticipazioni ottiene solitamente un grande seguito, con tutte le opportunità che ne conseguono in termini di notorietà e di guadagno.

Le fonti sono di solito impiegati che lavorano per Apple, oppure persone che lavorano per le numerose aziende che producono i dispositivi della società (per lo più in Cina) o che realizzano gli accessori e ricevono quindi in anticipo i progetti dei nuovi modelli.

La grande quantità di persone coinvolte nella produzione di un iPhone o di un Mac fa sì che ci sia un ampio bacino dal quale provare ad attingere. Con le giuste fonti si possono ottenere fotografie di componenti, dettagli su alcune caratteristiche (come le dimensioni dello schermo), progetti, disegni e talvolta pezzi stessi dei nuovi dispositivi. Come avevano segnalato alcune inchieste, l’alta domanda ha fatto sì che si formasse una sorta di mercato nero intorno ai pezzi dei futuri iPhone, che vengono venduti e scambiati online a cifre considerevoli, anche se non sempre la loro autenticità può essere confermata da chi li vende o da chi li acquista.

Tra chi anticipa i progetti di Apple c’è Ming-Chi Kuo, un analista considerato tra i più affidabili del settore, grazie alle sue numerose conoscenze all’interno della catena produttiva dell’azienda in Asia.

Le sue previsioni sono di solito accurate, ma nel caso dell’evento dello scorso 14 settembre si sono rivelate meno affidabili del solito. Kuo aveva annunciato che l’azienda avrebbe presentato un nuovo modello di auricolari senza fili AirPods. Il nuovo modello avrebbe dovuto avere un design lievemente diverso rispetto a quello attuale, con le due stanghette degli auricolari più corte. Apple non ha però presentato nulla del genere, né fornito indizi su una possibile presentazione in futuro di un nuovo modello di questo tipo (che non può essere esclusa completamente).

Kuo era anche stato tra i primi a scrivere che il nuovo iPhone 13 avrebbe avuto un sistema per fare telefonate e inviare SMS tramite una connessione satellitare, da usare nelle circostanze in cui non funzioni quella cellulare. Bloomberg aveva ripreso l’anticipazione, ipotizzando che la nuova funzione fosse utilizzabile solo per inviare messaggi di emergenza. Durante la presentazione di martedì Apple non ha annunciato nulla del genere, e nella pagina delle specifiche tecniche dei vari modelli di iPhone 13 presentati non ci sono riferimenti ad antenne per comunicare tramite satellite.

Mark Gurman, un giornalista che si occupa di Apple e fornisce spesso anticipazioni affidabili, aveva scritto come Kuo che l’azienda avrebbe presentato nuovi AirPods. Gurman aveva inoltre diffuso un’altra previsione circolata molto online nei mesi prima dell’evento Apple e ripresa da molti giornali (anche il Post l’aveva citata in un articolo che riprendeva le previsioni in parte errate) secondo la quale il nuovo iPhone 13 avrebbe avuto uno schermo sempre attivo, grazie all’adozione di un nuovo tipo di display (LTPO) che consuma meno energia. L’ipotesi, che era già stata diffusa a inizio anno da altri, non ha però trovato riscontro martedì, quando Apple non ha fatto alcun riferimento a una funzione di questo tipo.

Gurman aveva inoltre annunciato che i nuovi Apple Watch avrebbero segnato una profonda discontinuità con i modelli precedenti: la nuova versione avrebbe dovuto avere spigoli vivi e non più arrotondati, con alcune modifiche anche per i tasti sulla cassa dell’orologio. Erano circolate elaborazioni al computer per mostrare i nuovi modelli, ma al proprio evento Apple ha mostrato degli orologi completamente diversi dalle previsioni e più in linea con il design delle versioni precedenti.

Anche se non era stato l’unico a fare previsioni di questo tipo, Gurman negli ultimi giorni ha ricevuto diverse critiche, specialmente dopo la pubblicazione di un tweet nel quale rivendicava di avere fornito molte altre anticipazioni corrette sull’evento Apple.

Nonostante gli errori su alcune caratteristiche chiave dei nuovi prodotti, Kuo e Gurman nei giorni prima della presentazione avevano comunque previsto correttamente l’arrivo di un nuovo iPad mini, altre caratteristiche degli schermi dei nuovi iPhone 13 (compresa la presenza di un tassello più piccolo per la fotocamera nella loro parte superiore) e le nuove funzionalità aggiunte per girare video.

Le anticipazioni corrette mostrano comunque quanto sia difficile per Apple mantenere il segreto intorno ai nuovi prodotti. Controllare le fughe di notizie dagli stabilimenti che producono gli iPhone e gli altri dispositivi è molto difficile, e lo è ancora di più quando diventa necessario tenere sotto controllo centinaia di produttori di accessori.

Per provare a mantenere entro limiti accettabili il problema, Apple ha iniziato ad attuare politiche più aggressive. Di recente i suoi legali hanno per esempio inviato una lettera di diffida a un utente cinese che promuoveva la vendita di prototipi di iPhone evidentemente sottratti all’azienda. Il documento chiedeva la cessazione immediata dell’acquisizione, della promozione e della vendita di dispositivi Apple e chiedeva che fossero inoltre forniti dettagli sulla loro provenienza: «Lei ha rivelato senza autorizzazione una grande quantità di informazioni legate a prodotti non ancora diffusi da Apple, cosa che ha costituto una chiara e deliberata violazione dei segreti industriali di Apple».

Non è chiaro quante di queste lettere siano state inviate e a chi nel corso degli ultimi mesi, ma sembra che abbiano interessato diversi altri utenti. Le diffide sembrano comunque riguardare chi prova a vendere tramite i social i prototipi, mentre non ci sono notizie su richieste nei confronti di chi diffonde le anticipazioni. Queste ultime sono però basate spesso su informazioni ottenute attraverso l’analisi dei prototipi o di singoli componenti: la loro minore circolazione potrebbe rendere più difficoltose le attività di chi ha trasformato la ricerca di anticipazioni in un lavoro.

Per mantenere meglio i propri segreti, sembra inoltre che Apple diffonda in forma anonima notizie false su attività e prodotti, in modo da confondere le acque. A inizio anno era per esempio circolata l’informazione su un evento che l’azienda avrebbe dovuto tenere a marzo, e che non si è mai svolto. L’ipotesi è che la notizia fosse stata messa in circolazione dalla stessa società per distogliere l’attenzione da altre attività.

In passato Apple aveva comunque già mostrato di non tollerare la circolazione di propri prototipi.

Nell’aprile del 2010 il sito di tecnologia statunitense Gizmodo aveva annunciato di avere acquistato un prototipo di un iPhone 4 per 5mila dollari, che aveva poi utilizzato per illustrarne le caratteristiche ai propri lettori. Su richiesta di Apple, Gizmodo restituì il prototipo, mentre la casa del giornalista che se ne era occupato fu perquisita dalle forze dell’ordine, che avevano anche proceduto a sequestrare tutti i suoi computer e altri dispositivi elettronici.

Steve Jobs disse in seguito che diverse persone gli avevano suggerito di lasciar perdere e di non proseguire con ulteriori iniziative legali: «Ma ci ho pensato a lungo, e alla fine ho concluso che il peggio che ci possa succedere man mano che diventiamo grandi e influenti sia di rinunciare ai nostri valori». Le indagini furono comunque poi sospese dalle autorità e non ci furono ripercussioni, anche se Apple ricevette critiche per la posizione mantenuta nei confronti della stampa.

Nei suoi dieci anni da CEO di Apple, Tim Cook ha cercato di mantenere le stesse politiche legate alla segretezza, ma le ha motivate con toni più amichevoli: «Siamo diventati più trasparenti su ciò che facciamo, ma non sui prodotti: cerchiamo di mantenere i segreti come abbiamo sempre fatto sui nostri prodotti, anche se è sempre più difficile farlo. […] Alle persone piacciono le sorprese, non ne abbiamo più molte nelle nostre vite».