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  • Domenica 29 agosto 2021

La paradossale campagna contro l’obesità in Corea del Nord

È considerato un problema tra le classi agiate, mentre una parte della popolazione soffre la fame per la scarsità di cibo

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La televisione di stato nordcoreana, controllata dal regime, ha trasmesso nelle settimane scorse un cartone animato considerato parte di una campagna di sensibilizzazione sul problema dell’obesità e delle cattive abitudini alimentari. La campagna, ripresa e commentata dalla stampa internazionale, segue le recenti attenzioni intorno al raccontato dimagrimento del dittatore Kim Jong-un, ed è stata ritenuta paradossale per via della grave carestia in corso nel paese, provocata dalla scarsa produzione agricola e dal blocco delle importazioni dovuto alla pandemia.

Nel breve cartone animato, condiviso e descritto su Twitter da un corrispondente del sito statunitense di notizie sulla Corea del Nord NK News, due alunne conversano camminando per strada in una giornata invernale. Una delle due ragazze è in leggero sovrappeso e viene rimproverata dalla sua compagna di scuola perché vuole prendere l’autobus piuttosto che camminare («è questo il motivo per cui stai ingrassando», le dice l’amica). Viene quindi invitata a casa dell’amica per assistere a una sessione di esercizi, ma finisce per addormentarsi su un divano dopo aver mangiato troppe caramelle, dolcetti e altri snack.

Il cartone animato trasmesso dalla televisione di stato non è il primo contenuto con allusioni e messaggi riguardo alle cattive abitudini alimentari in Corea del Nord. All’inizio di agosto era stata diffusa una pubblicità che invitava i genitori a includere pesce e verdure nella dieta quotidiana dei propri figli. A un certo punto il filmato mostrava un bambino rifiutare il cibo, mentre una voce fuoricampo avvertiva dei rischi di sviluppare «problemi allo stomaco» o altre malattie per i bambini che non fanno una colazione sana tutti i giorni.

Il portale web Naenara, un sito controllato dal governo, ha inoltre recentemente pubblicato un articolo riguardo a un progetto di ricerca sull’obesità condotto dal Korea Medical General Hospital di Pyongyang, che prevede cure dimagranti a base di erbe medicinali.

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Sebbene l’obesità sia stata recentemente descritta come un problema che interessa un terzo della popolazione nordcoreana e in crescita nelle classi agiate, tra il 2017 e il 2019 più del 45 per cento della popolazione era in stato di denutrizione, secondo un rapporto della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. La pandemia da coronavirus e una serie di eventi meteorologici avversi hanno contribuito ad aggravare quella che è stata definita come la peggiore crisi economica del paese degli ultimi due decenni.

Per evitare la diffusione dei contagi il regime ha chiuso i confini e rinunciato allo scambio di materie prime con gli altri paesi, a cominciare dalle importazioni di cibo. Anche il settore agricolo è entrato in difficoltà a causa della mancanza di fertilizzanti e carburante. «Di fronte a quella che sembra essere una crisi umanitaria e alimentare di massa, il governo nordcoreano ha più volte rifiutato le offerte di aiuti internazionali», ha ricordato l’organizzazione Human Rights Watch.

A giugno Kim Jong-un aveva esplicitamente parlato del problema della scarsità del cibo in un inusuale appello rivolto al Comitato centrale e ritenuto dagli analisti un indizio di una carestia imminente o in corso nel paese. All’inizio di agosto, secondo i servizi segreti della Corea del Sud (il National Intelligence Service, NIS), il regime nordcoreano ha distribuito scorte di riso all’esercito, un’operazione considerata da molti osservatori un altro indizio della crisi alimentare, ultimamente aggravata dalle ondate di caldo e dalla siccità che potrebbe condizionare il raccolto autunnale.

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