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  • Venerdì 27 agosto 2021

È partito l’ultimo aereo italiano da Kabul

Con a bordo, tra gli altri, una cinquantina di afghani e il console Tommaso Claudi: l'Italia ha quindi concluso le sue operazioni di evacuazione dall'Afghanistan

Un aereo militare italiano all'aeroporto di Fiumicino dopo l'evacuazione da Kabul (AP Photo/ Gregorio Borgia)
Un aereo militare italiano all'aeroporto di Fiumicino dopo l'evacuazione da Kabul (AP Photo/ Gregorio Borgia)

Il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, ha detto che venerdì è partito l’ultimo aereo italiano da Kabul, concludendo quindi le operazioni di evacuazione italiane dall’Afghanistan. A bordo dell’aereo militare, un C-130, c’erano una cinquantina di cittadini afghani, oltre che l’alto rappresentante civile della NATO Stefano Pontecorvo e il console Tommaso Claudi, finito nei giorni scorsi su molti giornali italiani per due foto che lo mostravano prendere in braccio un bambino in piedi sul ciglio di un muro all’aeroporto di Kabul. L’arrivo in Italia è previsto per domani mattina.

Insieme all’Italia, hanno completato l’evacuazione anche altri paesi: Germania, Svezia, Belgio, Paesi Bassi, Spagna, Ungheria, Danimarca, Canada e Australia, mentre sono ancora in corso le evacuazioni di Regno Unito, Qatar e soprattutto Stati Uniti, che hanno ancora circa 1.500 propri cittadini in Afghanistan.

Tutte le operazioni di evacuazione, comunque, dovranno concludersi entro martedì 31 agosto, cioè la data fissata dall’amministrazione del presidente statunitense Joe Biden e dagli stessi talebani, che si sono rifiutati di spostarla più avanti.

Secondo i dati del ministero della Difesa italiano, nel corso dell’Operazione Aquila Omnia – il nome del ponte aereo tra Afghanistan e Italia con cui è stata condotta l’evacuazione – sono stati fatti uscire dal paese 4.832 cittadini afghani e tutti i cittadini italiani che avevano chiesto di essere evacuati. L’operazione ha previsto il trasporto e l’accoglienza delle persone in basi logistiche militari distribuite sul territorio italiano, in cui ospitare e sottoporre a quarantena chi arrivava dall’Afghanistan.

L’Italia era presente in Afghanistan dal 30 ottobre del 2001. Dopo un periodo trascorso a lavorare alla stabilizzazione della capitale Kabul, da poco conquistata, il contingente italiano si era trasferito stabilmente a Herat, dove si era occupato soprattutto dell’addestramento delle truppe dell’esercito afghano. Nel corso di questi vent’anni, alla missione italiana hanno partecipato, a rotazione, circa 50mila soldati (le truppe presenti sul territorio afghano non sono mai state più di 5mila), 53 dei quali sono morti, quasi tutti in attacchi e attentati.