In Ucraina è stata trovata una grande fossa comune che risale ai tempi di Stalin

Una donna inginocchiata di fronte a un monumento per le vittime del totalitarismo sovietico a Kiev, in Ucraina (AP Photo/Sergei Chuzavkov)
Una donna inginocchiata di fronte a un monumento per le vittime del totalitarismo sovietico a Kiev, in Ucraina (AP Photo/Sergei Chuzavkov)

Giovedì alcuni ricercatori ucraini hanno trovato i resti di migliaia di persone (tra le 5mila e le 8mila) in una ventina di fosse comuni a Odessa, nel sud dell’Ucraina. Si ritiene che i resti appartengano a persone uccise alla fine degli anni Trenta del Novecento dalla polizia segreta del dittatore sovietico Iosif Stalin.

La fossa comune è stata scoperta durante alcuni scavi in corso per ampliare un aeroporto nelle vicinanze. Secondo l’Istituto per la Memoria Nazionale Ucraino, un’agenzia del governo ucraino che si occupa di ricerca e memoria storica, è una delle più grandi fosse comuni mai scoperte in Ucraina. Aleksander Babich, uno degli storici che stanno lavorando sul sito, ha detto che gli scavi non sono ancora finiti e che potrebbero emergere altre fosse comuni nei dintorni.

Durante il regime di Stalin, in Ucraina morirono centinaia di migliaia di persone, prima durante la devastante carestia nota come Holodomor e poi nel corso di violente repressioni da parte del regime. Secondo l’agenzia di stampa nazionale ucraina Ukrinform, tra il 1938 e il 1941, cioè negli anni a cui potrebbero risalire le fosse comuni, la polizia segreta sovietica uccise circa 8.600 persone.