Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro il capo delle forze armate eritree per le violenze nella regione etiope del Tigrè

Una donna etiope nel Tigrè, seduta di fianco a un sacco di grano distribuito da una ONG (AP Photo/Ben Curtis, File)
Una donna etiope nel Tigrè, seduta di fianco a un sacco di grano distribuito da una ONG (AP Photo/Ben Curtis, File)

L’amministrazione americana di Joe Biden ha imposto alcune sanzioni contro Filipos Woldeyohannes, il capo delle forze armate eritree, per gravi violazioni dei diritti umani compiute durante il conflitto combattuto nella regione etiope del Tigrè.

La guerra era iniziata nove mesi fa, quando l’esercito federale etiope aveva attaccato le forze del Fronte di Liberazione del Popolo del Tigrè (TPLF), partito dominante nella regione che cercava maggiore indipendenza: si era temporaneamente interrotta a dicembre, quando il governo centrale aveva annunciato di avere conquistato Macallè, la capitale regionale, ma poi di fatto gli scontri erano ricominciati quando i ribelli erano riusciti a riprendere il controllo della città. Nel corso dei combattimenti era intervenuto anche l’esercito eritreo (a fianco delle forze federali etiopi), che è stato poi accusato di avere compiuto gravi crimini contro i civili, tra cui massacri, stupri, saccheggi ed esecuzioni arbitrarie di civili.

Oggi le truppe eritree si trovano ancora nel Tigrè, nonostante diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti, ne abbiano chiesto più volte il ritiro.