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  • Martedì 27 luglio 2021

Tra la Grecia e la riuscita della campagna vaccinale c’è la Chiesa

La posizione ufficiale delle autorità ortodosse è favorevole, ma la propaganda antiscientifica di parte del clero preoccupa la politica

Immagine dal video di GreekReporter sulla manifestazione contro i vaccini che si è tenuta ad Atene lo scorso 15 luglio
Immagine dal video di GreekReporter sulla manifestazione contro i vaccini che si è tenuta ad Atene lo scorso 15 luglio

In Grecia i movimenti contrari alla vaccinazione per il coronavirus e in generale alle misure di prevenzione e alle restrizioni hanno trovato convergenze e alleanze con gli ambienti della Chiesa greco-ortodossa. La Chiesa, che nel paese è molto potente, a livello ufficiale sostiene la vaccinazione, ma diversi vescovi e preti molto influenti hanno fatto propaganda attiva contro il vaccino.

Il governo, guidato da Nuova Democrazia, partito conservatore e di centrodestra, ha ora chiesto ai leader della Chiesa greco-ortodossa di intervenire, ma i partiti di opposizione hanno denunciato la vicinanza e la tolleranza dimostrata da alcuni esponenti della maggioranza nei confronti delle posizioni antiscientifiche espresse negli ambienti religiosi. Politico, in un suo recente articolo, ha parlato apertamente di uno scontro in corso nel paese tra scienza e religione, descrivendo il ruolo dei sacerdoti greci all’interno del movimento “no-vax”.

Nelle scorse settimane, migliaia di manifestanti si sono riuniti ad Atene per protestare contro i vaccini e le restrizioni introdotte nel paese per le persone non vaccinate: diversi sacerdoti erano presenti alla protesta.

Alcuni preti hanno anche usato i loro sermoni per disincentivare le persone a vaccinarsi, altri hanno esplicitamente detto ai fedeli che se si fossero sottoposti all’iniezione sarebbe stata loro negata la comunione. E altri ancora hanno vietato ai fedeli vaccinati e con mascherina di entrare in chiesa, descrivendo le raccomandazioni per fare il vaccino come «diaboliche» e «fasciste», definendo infedeli coloro che hanno paura di frequentare una chiesa piena di gente e sostenendo che «Dio non permette di essere contagiati».

Il vescovo dell’isola di Citera – che lo scorso marzo era già stato segnalato per aver violato le norme contro gli assembramenti – ha riproposto una popolare bufala secondo cui «i vaccini sono un prodotto degli aborti. Questo prodotto proviene da embrioni uccisi e verrà iniettato nei nostri corpi» perché «vogliono creare un meta-umano, un uomo mutato, un uomo che sarà come un robot».

Qualche giorno fa, il governo greco si è rivolto al Santo Sinodo e ai leader della Chiesa ortodossa perché intervengano per fermare i religiosi che stanno facendo propaganda contro i vaccini. Il ministro della Sanità Vassilis Kikilias ha fatto visita all’arcivescovo Ieronymos, il capo della Chiesa greco-ortodossa che lo scorso novembre aveva trascorso diversi giorni in terapia intensiva a causa della COVID-19. La Chiesa ha deciso di inviare una circolare al clero dicendo che la vaccinazione è «il più grande atto di responsabilità verso il prossimo». È stato chiesto che la circolare venga distribuita ai fedeli la domenica e che vengano fatti dei sermoni che illustrino i benefici del vaccino. La circolare, fa però notare Politico, è piuttosto timida e non è stato comunque deciso di prendere dei provvedimenti interni contro i religiosi no-vax.

Il governo spera che comunque l’appello possa avere delle conseguenze positive sulla campagna di vaccinazione: la Grecia, di recente, ha avuto un aumento di nuovi casi, principalmente dovuto all’arrivo della variante delta. A fine giugno, il numero medio di casi segnalati quotidianamente era di circa 400, ora è arrivato a 2.700. Circa il 44 per cento della popolazione del paese, composta da circa 11 milioni di persone, risulta completamente vaccinata. Ma la campagna ha rallentato e secondo alcuni esperti solo il 55-58 per cento della popolazione finirà per vaccinarsi completamente.

Anche se la Grecia è ufficialmente uno stato laico, la Chiesa esercita un potere molto forte. Secondo i partiti attualmente all’opposizione, il governo ha finora mostrato troppa tolleranza verso alcune voci critiche verso i vaccini o le misure di contenimento del virus all’interno della Chiesa. E non ha fatto molto per isolare in modo efficace le posizioni più estremiste.

Dal 15 luglio in Grecia solo le persone vaccinate sono ammesse all’interno di bar, ristoranti, cinema e teatri. Tuttavia, non è stata annunciata alcuna misura simile per entrare in chiesa (come in Italia). Dall’inizio della pandemia, poi, la Chiesa ha trasgredito regolarmente le regole via via stabilite dal governo: i membri del clero non sono mai stati obbligati a indossare le mascherine, le chiese sono state tra i primi luoghi del paese a riaprire dopo il lockdown e nelle chiese le regole di prevenzione e distanziamento sociale non sono mai state realmente applicate. All’inizio della pandemia, il Santo Sinodo aveva anche stabilito che il virus non potesse essere trasmesso attraverso la comunione e sono stati sospesi diversi sacerdoti che hanno utilizzato dei dispositivi usa e getta per evitare i contagi attraverso la saliva. Alcuni politici del partito al governo sono stati tra l’altro fotografati proprio mentre ricevevano la comunione.