Un’altra canzone dei Pet Shop Boys

Cavarsela benissimo senza l’amore, o fare finta

(Tabatha Fireman/Getty Images)
(Tabatha Fireman/Getty Images)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Ho scoperto che agli Europei di calcio i tifosi inglesi cantavano Sweet Caroline, che è la canzone più cantata e più popolare nelle partite americane di baseball da decenni, e formidabile: lo ha scoperto anche il New York Times che ha indagato la scelta.
Avevo raccontato l’anno scorso della creazione di una commissione parlamentare, nel Regno Unito, per valutare la correttezza dei compensi da parte delle piattaforme di musica in streaming: ora la commissione ha pubblicato il suo rapporto in cui dice che hanno salvato la musica dopo il tempo della pirateria ma se si continua così la affonderanno, ed è tutto da ridiscutere.

Love is a bourgeois construct
Pet Shop Boys

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Tutte le inibizioni a cui mi costringono alcuni amici – sulla cui amicizia forse dovrei fare delle riflessioni – rispetto al mio giudizio sui Pet Shop Boys erano già evidenti l’ultima volta che ne ho scritto, ed era più di un anno fa, e più estesamente descritte in quel vecchio pezzo autobiografico che molti di voi saranno stati costretti a leggere per sfinimento conseguente al numero di volte che l’ho linkato qui. Quindi non la farei ulteriormente lunga – l’ho già fatta – e tirerei dritto.

Per il giovedì vivace di questa newsletter fatico a trovare nei miei ricordi una cosa più vivace del momento in quei concerti in cui i due Pet Shop Boys attaccavano Love is a bourgeois construct e tutto il teatro si gonfiava al suono del suo andamento da cavalleria, e aspettava solo il momento di attaccare il coro oooh-ooh-oh.
È un pezzo del 2013 che riprende una delle tante invenzioni di Michael Nyman, compositore e musicista illustrissimo e famoso soprattutto per alcune colonne sonore (in particolare per quelle con il regista Peter Greenaway e per quella di Lezioni di piano): questa era nella colonna sonora di un film che allora fu molto di culto e amato, strambo assai, che si chiamava I misteri del giardino di Compton House, e a sua volta citava una cosa di Henry Purcell, sommo compositore inglese seicentesco. E nel 1998 ci avevano messo le mani già i Divine Comedy, altra band piuttosto amata qui.

When you walked out you did me a favour
It’s absolutely clear to me
That love is a bourgeois construct
Just like they said at university
I’ll be taking my time for a long time
With all the schadenfreude it’s cost
Calculating what you’ve lost

Poi arrivano i PSB e ci aggiungono cose e ci mettono un testo spiritoso che – ispirato stavolta da un romanzo di David Lodge – prende in giro l’autocompiacimento del protagonista che ostenta di cavarsela benissimo da solo rimuovendo dalla sua vita l’amore – una costruzione borghese – salvo confessare nel finale la fragilità di questa posizione (sempre con un’ostentazione di riferimenti colti non banalissima nemmeno nel pop britannico).

Now I’m digging through my student paperbacks
Flicking through Karl Marx again
Searching for the soul of England
Drinking tea like Tony Benn
Love is just a bourgeois construct
So I’m giving up the bourgeoisie
Until you come back to me

E per il Guardian fu la quarta miglior canzone del 2013 (ma il Guardian ha un particolare debole per i PSB, non vi fidate).


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