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  • Lunedì 12 luglio 2021

Haiti dice di avere arrestato uno degli organizzatori dell’assassinio del presidente

Si chiama Christian Emmanuel Sanon, è haitiano e sarebbe arrivato dalla Florida per prendere il posto di Jovenel Moïse

Il capo della polizia, Leon Charles, durante la conferenza stampa organizzata domenica 11 luglio a Port-au-Prince, Haiti (Richard Pierrin/Getty Images)
Il capo della polizia, Leon Charles, durante la conferenza stampa organizzata domenica 11 luglio a Port-au-Prince, Haiti (Richard Pierrin/Getty Images)

In una conferenza stampa organizzata domenica sera a Port-au-Prince, la capitale di Haiti, la polizia ha annunciato di avere arrestato uno dei presunti organizzatori dell’assassinio del presidente Jovenel Moïse, avvenuto la settimana scorsa. Il sospetto si chiama Christian Emmanuel Sanon, ha 63 anni ed è di nazionalità haitiana, ma secondo le autorità sarebbe arrivato nel paese dalla Florida pochi giorni prima dell’uccisione di Moïse, il 7 luglio. Secondo la polizia, Sanon avrebbe avuto l’intenzione di diventare presidente al posto di Moïse e avrebbe reclutato alcuni degli assalitori con la promessa di assumerli poi come sue guardie del corpo personali.

Moïse, che aveva 53 anni, è stato ucciso mentre si trovava nella propria residenza con la moglie Martine, sopravvissuta all’attacco condotto da alcune decine di persone e successivamente trasferita negli Stati Uniti per ricevere assistenza medica.

Il capo della polizia, Leon Charles, ha detto che Sanon «è un individuo arrivato ad Haiti su un aereo privato e con obiettivi politici». Ha poi aggiunto che il piano iniziale era di arrestare Moïse, ma non di ucciderlo, senza però fornire ulteriori indicazioni su cosa avrebbe fatto cambiare gli scopi della missione. Charles ha detto che dopo l’intervento della polizia, uno degli assalitori aveva provato a mettersi in contatto con Sanon e che «aveva poi contattato altre due persone che consideriamo le menti dell’assassinio del presidente Jovenel Moïse». Non ci sono per ora dettagli su queste altre due persone.

I motivi dell’attacco della scorsa settimana continuano a non essere chiari. La polizia dice che sarebbe stato condotto da «mercenari» colombiani e da due cittadini statunitensi, ma sono stati espressi dubbi su questa ricostruzione. Non sono state ancora rese note le modalità con cui il gruppo armato avrebbe ottenuto accesso all’abitazione di Moïse, superando la sorveglianza.

La presidenza di Moïse, iniziata nel 2017, era stata piuttosto travagliata con accuse di corruzione e diverse manifestazioni per chiederne la fine organizzate a Port-au-Prince e in altre città del paese all’inizio di quest’anno. Nell’autunno del 2019 si sarebbero dovute tenere le elezioni politiche, poi rimandate lasciando buona parte del controllo del paese a Moïse, che il prossimo settembre voleva proporre un referendum costituzionale per cambiare in parte l’assetto istituzionale di Haiti. Nei giorni delle proteste di febbraio, Moïse aveva detto che la polizia aveva sventato un tentativo di ucciderlo e di fare un colpo di stato.