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  • Lunedì 5 luglio 2021

Il palazzo parzialmente crollato a Miami Beach è stato demolito

Per le preoccupazioni legate all'arrivo di una tempesta tropicale in Florida: le operazioni di soccorso sono riprese lunedì mattina

(AP Photo/ Lynne Sladky)
(AP Photo/ Lynne Sladky)

Domenica sera il palazzo di Surfside che lo scorso 24 giugno era parzialmente crollato è stato demolito con un’esplosione controllata, per evitare il rischio che altre parti della struttura potessero cedere a causa della tempesta tropicale denominata Elsa, il cui arrivo è previsto in questi giorni sulle coste occidentali della Florida. Per consentire la demolizione controllata, sabato pomeriggio le operazioni di soccorso delle persone rimaste intrappolate tra le macerie erano state sospese: per il momento sono stati confermati 24 morti, e risultano 121 persone disperse.

Le operazioni di soccorso sono riprese lunedì mattina, dopo che il sito è stato giudicato sicuro dalle autorità locali.

La demolizione controllata è avvenuta poco dopo le 22.30 di domenica (ora locale): ha fatto crollare il palazzo nel giro di pochi secondi, senza causare danni agli edifici circostanti. Non è stato necessario far evacuare i palazzi vicini, ma i residenti erano stati avvisati di rimanere all’interno delle loro case e di non usare l’aria condizionata per evitare di far circolare la polvere e altre particelle inquinanti provenienti dai detriti.


Inizialmente la demolizione era stata programmata per la fine di luglio, ma l’arrivo della tempesta tropicale Elsa, che domenica ha colpito Cuba con venti forti, aveva fatto cambiare i piani. Il governatore della Florida, Ron DeSantis, aveva detto che la demolizione era rimasta l’unica opzione: «In fin dei conti questo edificio non è abbastanza sicuro da permettere alla gente di rientrarci», aveva osservato DeSantis, citato dal New York Times.

Domenica a Miami Beach sono state cancellate le celebrazioni ufficiali del 4 luglio, il Giorno dell’Indipendenza. Venerdì invece i residenti di un altro palazzo da 156 appartamenti a North Miami Beach, pochi chilometri a nord-ovest di Surfside – parte del complesso residenziale delle Crestview Towers –, erano stati fatti evacuare subito dopo che una squadra di ingegneri aveva riscontrato notevoli danni alle strutture in cemento e problemi elettrici all’interno dell’edificio.

Il palazzo di Surfside crollato parzialmente giovedì 24 giugno faceva parte del complesso residenziale Champlain Towers: fu costruito nel 1981 e ospitava 136 appartamenti, abitati soprattutto da pensionati e famiglie benestanti. Anche se probabilmente ci vorranno mesi per chiarire precisamente i motivi del crollo, ingegneri ed esperti hanno iniziato a fare alcune ipotesi, legate in particolare al livello di corrosione e deterioramento dell’edificio, dovuto principalmente al sale dell’oceano.

Sabato scorso il New York Times aveva diffuso i dati di una perizia del 2018 durante la quale erano stati osservati sia «importanti danni strutturali» alla lastra di cemento situata sotto la piscina esterna all’edificio, sia «abbondanti» crepe e sgretolamenti nelle colonne, nelle travi e nelle mura del parcheggio sotterraneo. Nella perizia, utilizzata per mettere a punto un consistente piano di interventi che avrebbe dovuto iniziare a breve, non c’era indicazione di un possibile crollo, ma era stato evidenziato che il palazzo aveva bisogno di manutenzione tempestiva affinché «mantenesse la sua integrità strutturale».

Allyn E. Kilsheimer, un ingegnere che sta indagando sul crollo per conto dell’amministrazione di Surfside, ha detto che è ancora presto per dire con sicurezza se ci fossero davvero dei difetti di costruzione. È però probabile che il palazzo di Surfside fosse stato realizzato seguendo norme di sicurezza meno rigide rispetto a quelle attuali e anche rispetto a quelle seguite per edifici di poco successivi: negli anni della sua realizzazione infatti la Florida aveva aggiornato questi criteri, aumentando tra l’altro il numero di barre di acciaio necessarie per rinforzare le costruzioni di calcestruzzo.