Grillo e Conte provano a trattare

Dopo aver provato a far fuori l'ex presidente del Consiglio il fondatore del M5S ha nominato un comitato per trovare un compromesso, temendo una scissione

(Cecilia Fabiano/ LaPresse)
(Cecilia Fabiano/ LaPresse)

Dopo che nei giorni scorsi il fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo aveva dato all’ex presidente del Consiglio dell’incapace, e dopo che il partito sembrava ormai avviato verso una scissione in seguito alla definitiva rottura tra i due leader, nel weekend sono iniziate delle trattative per ricomporre la separazione. Venerdì sera Grillo ha annunciato la nomina di un comitato composto da sette persone, tra cui anche Vito Crimi, molto vicino a Conte, per discutere delle modifiche da apportare allo statuto. Secondo i retroscena politici la volontà è quella di evitare una divisione che, avevano previsto gli osservatori, avrebbe probabilmente reso irrecuperabile la crisi che attraversa da anni il partito.

Il contesto è lo scontro che va avanti da giorni tra Grillo e Conte per la guida del M5S. Conte aveva posto come condizione per accettare l’incarico di leader politico del partito una riforma dello statuto e dei funzionamenti interni, chiedendo esplicitamente a Grillo di farsi da parte: perché, secondo lui, il suo ruolo ambiguo e invadente di “garante” rendeva impossibile una guida autonoma del M5S. Grillo non ne aveva voluto sapere, si era arrabbiato moltissimo e aveva provato a far fuori Conte, accusandolo di voler creare «un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco» e sostenendo che non abbia «esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione».

Era stata una sequenza di eventi piuttosto sorprendente e che aveva messo in crisi buona parte dei rappresentanti del M5S, intorno ai quali i giornali avevano cominciato una conta su chi sarebbe andato con chi: sembrava infatti evidente che Conte avrebbe lasciato il M5S per fare un suo partito, e che Grillo avrebbe ricostruito attorno a sé un movimento più simile a quello delle origini, forse riportando con sé i parlamentari più radicali usciti negli scorsi mesi e affidandone la guida a Luigi Di Maio.

Ma il M5S è in crisi di consensi da molto tempo, e una divisione avrebbe rischiato di rendere le due formazioni uscite dall’eventuale scissione molto meno rilevanti (attualmente invece è ancora la prima forza in Parlamento). Per questo, passati un paio di giorni e raffreddate le tensioni, Grillo sembra essersi convinto a trattare con Conte. Secondo Annalisa Cuzzocrea, giornalista di Repubblica che segue il M5S, Di Maio e il presidente della Camera Roberto Fico stanno lavorando a una soluzione che «potrà consentire a entrambi i contendenti di fare un passo indietro provando a non perdere la faccia».

Non è chiaro quale possa essere: Conte chiedeva che i poteri e il ruolo di Grillo venissero pesantemente ridimensionati, e lui non sembrava per nulla disposto. Inoltre, nella proposta di statuto di Conte era inclusa la prerogativa per il leader politico di scegliere chi nominare nei ruoli apicali del partito, dai vicepresidenti ai membri del “consiglio direttivo”: un’altra cosa che Grillo non sembra voler concedere. In questi giorni si sta trattando su questo e altri aspetti, e ci si aspetta qualche annuncio la prossima settimana. Nel comitato nominato da Grillo, oltre a Crimi, ci sono Di Maio, Fico, l’ex ministro Stefano Patuanelli, il capogruppo alla Camera Davide Crippa e quello al Senato Ettore Licheri, e il capogruppo al Parlamento europeo Tiziana Beghin.

L’impressione degli osservatori comunque è che da questa crisi possano uscire indeboliti sia Conte sia Grillo. Il primo perché sembra essersi alienato i favori di Grillo, che rimane popolarissimo e molto influente. Il secondo perché, quando ha provato a scaricare Conte, non ha ricevuto il consueto consenso nella base del partito, bensì moltissime critiche e attacchi.