A Winnipeg, in Canada, è stata abbattuta la statua della regina Vittoria per protestare contro le centinaia di tombe di bambini indigeni scoperte di recente

(Andrew Kohan, Twitter)
(Andrew Kohan, Twitter)

Giovedì 1° luglio alcune decine di persone hanno abbattuto la statua della regina Vittoria che si trovava in un parco di Winnipeg, in Canada, per protestare contro le recenti scoperte di fosse comuni e centinaia di tombe anonime trovate nei pressi di tre ex collegi residenziali per bambini indigeni in diverse aree del paese. In Canada giovedì cadeva la festa nazionale per celebrare l’unione delle province canadesi, il Canada Day, che diversi gruppi indigeni avevano invitato a non festeggiare, proprio a causa delle recenti scoperte. La regina Vittoria, che regnò dal 1837 al 1901, è considerata un simbolo del colonialismo britannico e del sistema che permise ai canadesi di avviare un rigido programma di assimilazione culturale nei confronti degli indigeni.

Molte delle persone radunate a Winnipeg indossavano una maglietta arancione per ricordare i migliaia di bambini indigeni che tra Ottocento e Novecento erano stati costretti a frequentare i collegi istituiti dal governo, e ad allontanarsi dalla loro cultura. I manifestanti hanno ricoperto la statua e il suo basamento di impronte rosse e hanno lasciato uno striscione che dice: «Una volta eravamo bambini. Portateli a casa».

Ci sono state manifestazioni e proteste anche in altre città canadesi, tra cui la capitale Ottawa, dove migliaia di manifestanti si sono radunati a Parliament Hill chiedendo di cancellare il Canada Day, mentre la polizia di Calgary ha detto che nella notte tra mercoledì e giovedì erano state vandalizzate dieci chiese. A inizio giugno a Toronto era stata abbattuta la statua di Egerton Ryerson, considerato l’ideatore del sistema dei collegi residenziali per bambini indigeni in Canada.

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