Una canzone di John Doe

Che dice di rivedere qualcosa di te in tutti quanti

(Frazer Harrison/Getty Images)
(Frazer Harrison/Getty Images)

Le Canzoni è la newsletter serale che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. L’indomani – il martedì, mercoledì e venerdì – la pubblichiamo sul Post, ci si iscrive qui.
Anche all’estero i giornali hanno quella noiosa abitudine di raccontare gli anniversari – che sono per definizione legati all’esattezza della scadenza – con larghi anticipi: e così ci sono già grandi articoli sui 50 anni di Blue Joni Mitchell, che si compiranno tra una settimana. New York Times e Guardian, per esempio.
Oggi è estate, invece, cosa che suggerirebbe la citazione di alcune decine di canzoni relative: tutte le più belle che mi vengono in mente per prime sono malinconiche (e meno male) – una, due e tre – ma c’è sempre Jovanotti.
Nel weekend siamo stati a Pesaro, con Talk del Post, e Le Canzoni sono traboccate dal vivo in uno spettacolino che ripetiamo da anni con Matteo Bordone: quest’anno la playlist è stata particolarmente pop, perché era giugno, ma diverse teste hanno oscillato piacevolmente, nella assolata piazza del Popolo.
Però c’è stato modo di parlare di musica anche con Vasco Brondi (eravamo nel Mare Adriatico) e di passaggio con Massimo Zamboni, il cui bel libro racconta altre storie momentaneamente attraversate anche dalla musica: e a un certo punto la sua storia del Novecento comunista emiliano cita il valzer Battagliero, titolo ripreso anche dai CCCP – la band di Zamboni – in una loro famosa canzone: a conoscere solo la seconda, come me fino all’altroieri, si viene immediatamente individuati come non emiliano-romagnoli.

Still you
John Doe

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John Doe non è uno pseudonimo qualunque, in inglese. Per una consuetudine nata secoli fa in Inghilterra, è il nome (insieme al femminile Jane Doe) che si attribuisce alle persone di cui è ignoto o tenuto nascosto il nome vero – soprattutto nelle questioni giudiziarie e criminali – oppure che si usa come in italiano diremmo “Tal dei Tali”, per indicare una persona generica.

Quindi non fu una grande rivendicazione identitaria, sceglierlo come nome: ma il suo vero nome era peraltro John Nommensen Duchac, che forse era troppo all’estremo opposto. Comunque, lui era nato in Illinois, a vent’anni andò in California e misse su una punk band – gli X – che negli anni Ottanta divennero di gran culto e tuttora sono ritenuti rilevantissimi nella storia e negli sviluppi di quel genere di musica.
Dopo, però, lui ne fece mille (compreso recitare in film e serie), e anche dei dischi da solo di tutt’altri suoni, quelli che permettono a una punk rockstar di arrivare in questa newsletter del lunedì, quella quieta e notturna.

Nel 2002 John Doe pubblicò questo disco coinvolgendo musicisti e cantanti di tutt’altre dolcezze e facendolo produrre a Joe Henry. E dentro c’era questa ballatina semplice, che dice di rivedere qualcosa di te in tutti quanti, e che strana questa cosa, no? E bella.

Across the room
Catch a glimpse
Of a laugh of someone new
But still you
Black and blue
On his neck
Dips his chin and turns his head
Just like you


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