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  • Domenica 13 giugno 2021

Amsterdam deve prendersi cura dei suoi canali

Nei prossimi anni la città sarà piena di cantieri, per evitare il rischio che cedano le fondamenta di legno su cui poggia

(EPA/ Jerry Lampen via ANSA)
(EPA/ Jerry Lampen via ANSA)
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Di recente ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, è iniziato un enorme progetto per la riqualificazione degli argini dei moltissimi canali che percorrono la città, costruita su milioni di pali di legno non più adatti a sopportare il peso dei mezzi pesanti e degli edifici moderni. I lavori serviranno ad alleviare la grande pressione esercitata sulle fondamenta, che con frequenza sempre maggiore provoca la rottura dei pali di legno e a sua volta determina il collasso delle mura degli argini e di parti di banchine, oppure causa la formazione di buche nelle strade.

Il rischio è che la città si possa a poco a poco «sgretolare», ha raccontato il New York Times. Se le autorità non intervengono in maniera efficace potrebbero esserci grossi problemi per la sicurezza dei residenti e di chi visita la città, ma si prevede che i lavori saranno particolarmente lunghi e costosi: questo significa, ha scritto sempre il New York Times, che nei prossimi anni Amsterdam potrebbe diventare un «cantiere gigantesco».

Come buona parte dei Paesi Bassi, Amsterdam si trova sotto il livello del mare: fu costruita su un’area paludosa e si allargò soprattutto nel Diciassettesimo e nel Diciottesimo secolo. La città è attraversata da più di 100 chilometri di canali e come Venezia poggia su fondamenta composte da milioni di pali di legno: soltanto il Palazzo Reale, che si affaccia sulla principale piazza della città, il Dam, è retto da 13.659 pali.

Il problema è che benché i pali siano ancora relativamente in buono stato, le fondamenta erano state progettate per un altro periodo, ha spiegato Egbert de Vries, il consulente a capo dell’enorme progetto di riqualificazione. Il sistema infatti era stato pensato per reggere il peso di cavalli e carrozze, e non quello di camion che trasportano tonnellate di materiale, delle auto che circolano e sostano regolarmente lungo i canali della città o del cemento con cui sono stati costruiti gli edifici nel tempo.

A causa della pressione degli edifici e dei mezzi, i pali possono inclinarsi e spezzarsi oppure collassare, facendo sprofondare leggermente gli edifici o crollare le mura dei canali. Quando questo succede, l’acqua penetra nelle fondamenta, mettendo ulteriormente a rischio lo stato dei pali e degli argini. Per fare un esempio, il New York Times ha raccontato che a settembre sono collassate parti delle mura e della banchina di un canale vicino all’Università di Amsterdam: in quel momento lì vicino non c’era nessuno, ma un battello turistico era passato nel canale giusto pochi minuti prima.

Secondo gli esperti le mura dei canali di Amsterdam sono così malmesse che dovrebbero esserne riqualificati circa 200 chilometri – praticamente quasi tutti quelli dei canali che attraversano la città – altrimenti rischierebbero di collassare nell’acqua e di trascinare con loro persone, mezzi e parti di edifici.

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Si stima che i lavori dureranno almeno 20 anni e costeranno almeno 2 miliardi di euro. Serviranno sia per impedire il collasso delle mura dei canali, sia per mettere in sicurezza la grande quantità di tubature e cavi elettrici o telefonici che collegano la città. Diverse squadre di sommozzatori e tecnici sono al lavoro per individuare le crepe più profonde e in alcuni canali sono state installate barriere composte da fogli di acciaio per rinforzare le mura, che sono sollecitate anche dalle turbolenze provocate dalle eliche dei battelli turistici. Allo stesso tempo, per cercare di alleviare la pressione sugli argini, gli operai hanno ricominciato a trasportare i materiali da costruzione con le barche e non con i camion, mentre in altre zone sono stati tagliati degli alberi.

Gli esperti hanno anche stimato che quasi la metà dei circa 1.700 ponti di Amsterdam abbia bisogno di riparazioni. Attualmente ci sono lavori in corso su 15 ponti soltanto nell’area del Grachtengordel, il quartiere centrale dove si trova la casa di Anna Frank, mentre altri sono del tutto chiusi al traffico; su altri ancora è richiesto che i tram transitino a passo d’uomo.

Comprensibilmente, i lavori comporteranno diversi disagi ai residenti, soprattutto nei quartieri più centrali, che sono anche quelli più frequentati dai turisti. Uno dei problemi è che in tutta la città ci sono circa 2.500 barche che vengono utilizzate come “case galleggianti” da migliaia di persone, molte delle quali dovranno spostarsi temporaneamente per agevolare i lavori. Il fotografo olandese Kadir van Lohuizen, che vive su una di queste barche, ha definito la situazione «un enorme casino», e ha spiegato che visto che adesso «stanno costruendo due chilometri all’anno, potrebbero volerci cent’anni» per riparare tutti i 200 chilometri di mura che hanno bisogno di essere riqualificati.

De Vries, dal canto suo, ha ammesso che nei prossimi anni Amsterdam avrà un aspetto molto diverso per via di tutti questi cantieri, ma ha incoraggiato i turisti a visitarla ugualmente per «rendersi conto che una città così meravigliosa ha bisogno di manutenzione».

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