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  • Giovedì 20 maggio 2021

L’Unione Europea ha raggiunto un accordo sui “certificati COVID-19” europei

Saranno rilasciati in presenza di particolari requisiti – immunità, vaccino o test negativo – e dovrebbero entrare in vigore dal 1° luglio

(John Thys, Pool via AP)
(John Thys, Pool via AP)

Il Consiglio dell’Unione Europea, il Parlamento Europeo e la Commissione Europea hanno raggiunto un accordo informale sull’attuazione dei cosiddetti “certificati COVID-19” europei, che permetteranno ai cittadini dell’Unione Europea di spostarsi tra gli stati membri in modo più semplice. L’accordo sarà probabilmente confermato alla prossima seduta plenaria del Parlamento, che si terrà tra il 7 e il 10 giugno, mentre i certificati dovrebbero entrare in vigore a partire dal prossimo 1° luglio: saranno costituiti da un QR code digitale o cartaceo che conterrà le informazioni sanitarie di ciascuno e mostrerà se la persona in viaggio è vaccinata, se è immune o se ha fatto un tampone di recente con risultato negativo.

Durante la conferenza stampa del Parlamento Europeo in cui è stato annunciato l’accordo, il relatore della proposta e presidente della commissione per le libertà civili Fernando López Aguilar ha detto che raggiungere un compromesso tra le parti è stato molto difficile, motivo per cui in molti pensavano che i negoziati non avrebbero portato a una posizione condivisa.

I punti in discussione, tra gli altri, erano l’introduzione di test gratuiti per ottenere il certificato e l’impossibilità di imporre restrizioni a chi ne è in possesso una volta varcati i confini, entrambi proposti dagli europarlamentari. Nessuna delle due è stata però accettata dal Consiglio. Secondo l’accordo raggiunto, i vari paesi avranno comunque facoltà di imporre restrizioni in entrata – ma solamente se lo richiede la situazione epidemiologica – mentre la Commissione si è impegnata a stanziare 100 milioni di euro per l’acquisto di nuovi test, soprattutto per sostenere i costi che dovranno affrontare le persone che sono costrette a viaggiare di frequente all’estero per lavoro.

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