I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia

La situazione epidemiologica è sensibilmente migliorata in tutte le regioni italiane: ovunque nuovi contagi e ricoveri sono in calo

Nell’ultima settimana il calo degli indicatori che servono per monitorare l’andamento dell’epidemia è stato ancora più deciso rispetto agli ultimi monitoraggi: tutte le regioni italiane sono sotto le soglie di allerta, la pressione sui reparti di terapia intensiva è stata la più bassa dall’inizio dell’anno, e anche il numero di morti è diminuito negli ultimi sette giorni rispetto alle settimane precedenti.

I dati confermano gli attesi effetti della campagna vaccinale e la dimostrazione – pur aneddotica – della loro efficacia arriva anche dalle testimonianze dei medici al lavoro negli ospedali, dove vengono ricoverati sempre meno anziani grazie alla protezione garantita contro le forme gravi della COVID-19.

Anche le riaperture dello scorso 26 aprile non sembrano aver causato un peggioramento della situazione epidemiologica. Molti esperti dicono che la maggiore circolazione delle persone è stata compensata dagli effetti della campagna vaccinale, proprio come auspicava il presidente del Consiglio Mario Draghi quando parlò di «rischio calcolato». Con la stessa logica, nei prossimi giorni verrà valutato un nuovo allentamento delle misure restrittive, in particolare dell’inizio del coprifuoco, che i presidenti delle Regioni hanno chiesto di spostare dalle 22 alle 23.

Dal 7 al 13 maggio sono stati trovati 56.967 nuovi contagi, il 22 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. Come nel monitoraggio di venerdì scorso, viene confermata una riduzione significativa dei casi che dovrebbe comportare anche un ulteriore calo dei pazienti ricoverati e dei morti, nelle prossime settimane.

Il numero dei decessi è calato sensibilmente nell’ultimo mese: nell’ultima settimana sono stati 1.482, il 13,8 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. Nell’ultimo report pubblicato dall’Istituto superiore di sanità sull’andamento dell’epidemia, si parla degli effetti sempre più evidenti della campagna vaccinale sulla mortalità: l’età mediana dei morti, 77 anni, è in diminuzione e ha raggiunto i livelli più bassi da marzo 2020. «Questi risultati, insieme all’andamento dell’incidenza e dei ricoveri, fanno supporre che nelle prossime settimane assisteremo a un calo più accentuato nelle fasce d’età target della vaccinazione», si legge nel report.

Anche i dati che mostrano la capacità di individuazione e tracciamento dei casi sono incoraggianti, perché il calo è stato molto contenuto: significa che nonostante vengano trovati molti meno casi rispetto alle ultime settimane i sistemi sanitari continuano ad eseguire un adeguato numero di tamponi. Negli ultimi sette giorni ne sono stati eseguiti 1,9 milioni, un dato in linea con le settimane precedenti. Le persone testate sono state 624mila.

Il rapporto tra tamponi e casi trovati si può osservare in modo efficace in questo grafico che mostra la percentuale di positività dei tamponi e dei test antigenici. La linea si è abbassata notevolmente nelle ultime settimane: è un ottimo segnale, perché significa che l’epidemia è sempre più sotto controllo. È bene fare attenzione, però: osservare i livelli estremamente bassi toccati durante la scorsa estate può essere fuorviante, perché nel frattempo sono cambiate le politiche di tracciamento adottate dalle regioni e dallo scorso gennaio il ministero della Salute ha concesso l’utilizzo dei test rapidi antigenici anche per individuare i casi. Come per molti altri indicatori, serve cautela quando si fa un confronto con il passato: tutti questi dati hanno limiti, da sempre.

In questa infografica pubblicata dall’associazione onData si può consultare l’andamento mensile dell’incidenza in tutte le regioni. Come si può notare, nessuna regione supera la soglia di allerta di 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti e l’andamento dell’incidenza è in calo quasi ovunque. La regione con l’incidenza settimanale più alta è la Valle d’Aosta, dove sono stati trovati 154 casi ogni 100mila abitanti. Il dato più basso, invece, è stato registrato in Sardegna e in Molise, dove sono stati scoperti 41 casi ogni 100mila abitanti.

Il dato dell’incidenza dovrà essere monitorato con attenzione perché potrebbe avere un peso maggiore nei parametri che servono per decidere le misure restrittive. I presidenti delle Regioni, infatti, hanno chiesto al governo una modifica dei criteri con un nuovo modello che si basa principalmente sull’incidenza settimanale e la percentuale di posti letto occupati da malati di COVID-19 in terapia intensiva e negli altri reparti sul totale dei posti disponibili. L’abbiamo spiegato qui.

Il verde scuro di questa mappa indica una situazione epidemiologica sotto controllo in quasi tutte le province italiane. Negli ultimi sette giorni la provincia con l’incidenza più alta è stata Prato, in Toscana, con 211 nuovi casi ogni 100mila abitanti, in leggera crescita rispetto all’ultimo monitoraggio.

In questo grafico si può consultare l’andamento del numero assoluto di casi a livello regionale. I dati sono in calo anche nelle regioni – come la Sicilia – dove la cosiddetta terza ondata è arrivata in ritardo rispetto al resto d’Italia.

Il grafico mostra l’incidenza settimanale e la variazione percentuale dell’incidenza rispetto all’ultimo monitoraggio non segnala particolari allerte. Tre regioni – Molise, Sardegna e Friuli Venezia Giulia – hanno un’incidenza che potrebbe portarle in zona bianca, nel caso in cui anche gli altri indicatori rimangano sotto le soglie di guardia.

L’andamento incoraggiante dei nuovi casi si riflette anche sulla pressione ospedaliera: al momento solo la Toscana supera la soglia del 30 per cento (di pochissimo: 31,4 per cento) dei posti letto in terapia intensiva occupati da malati di COVID-19 sul totale dei posti disponibili. Anche la Lombardia, che dall’inizio dell’anno ha sempre avuto una percentuale di occupazione molto alta, per la prima volta è riuscita a scendere sotto il 30 per cento senza aumentare i posti letto disponibili, ma grazie a un calo dei pazienti ricoverati.

Una delle regioni dove c’è stato un calo sensibile dei nuovi ricoverati in terapia intensiva è la Puglia, che nel mese di aprile è stata molto in difficoltà a causa dall’alto numero di pazienti ricoverati nelle rianimazioni. Nicola Brienza, direttore dell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione del Policlinico di Bari, ha confermato che la situazione è migliorata. «Non siamo ancora ai livelli minimi, ma il trend al momento sembra positivo», ha spiegato in un’intervista a Repubblica Bari. «Noi abbiamo raggiunto il picco dei ricoveri in rianimazione al Policlinico, con 80 pazienti in terapia intensiva, l’11-12 aprile. Ora, circa un mese dopo, i pazienti ricoverati sono più che dimezzati, tra i 30 e i 40. Questa riduzione va fondamentalmente attribuita alla progressiva diminuzione degli accessi al pronto soccorso e in ospedale».

Al momento in Italia sono state somministrate 17,8 milioni di prime dosi del vaccino contro il coronavirus e 8 milioni di persone hanno ricevuto la seconda dose. Sono 177mila le persone a cui è stato somministrato il vaccino monodose di Johnson & Johnson. Nell’ultima settimana non è stata superata la media di 500mila somministrazioni giornaliere, obiettivo della struttura commissariale. Giovedì 13 maggio sono state eseguite 495mila vaccinazioni, un dato che si consoliderà nel corso delle prossime ore e potrebbe superare la soglia di 500mila dosi.

Questa mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia: all’interno di ogni regione si trova la percentuale di persone che hanno ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica la percentuale di persone che hanno completato il ciclo vaccinale. La regione che ha la più alta percentuale di persone completamente vaccinate è la Liguria, con il 18,3 per cento.

In questo grafico si può osservare l’andamento delle somministrazioni fatte dalle regioni dall’inizio della campagna vaccinale.

In questa infografica, invece, è possibile consultare l’andamento delle campagne vaccinali e la curva di contagi, ricoveri in terapia intensiva e decessi in gran parte dei paesi del mondo. Basta cliccare sul filtro per scegliere il paese.