• Mondo
  • Giovedì 13 maggio 2021

Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz è indagato per aver dichiarato il falso

È una storia che riguarda un grosso scandalo di corruzione che aveva fatto cadere il precedente governo, nel 2019

Sebastian Kurz (AP Photo/Michael Gruber)
Sebastian Kurz (AP Photo/Michael Gruber)

Mercoledì il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha detto di essere indagato per aver dichiarato il falso davanti a una commissione d’inchiesta parlamentare su un caso di corruzione che aveva fatto cadere il precedente governo, nel 2019. Dell’indagine si sta parlando molto in Austria perché negli ultimi tempi diversi importanti politici erano stati coinvolti in grossi scandali, che finora non avevano però toccato il capo del governo.

L’indagine si riferisce a un fatto avvenuto nel 2019, quando l’allora vice cancelliere austriaco Heinz-Christian Strache si era dimesso a causa della pubblicazione di un video girato di nascosto due anni prima in cui prometteva favori a una presunta ereditiera russa vicina al presidente Vladimir Putin, in cambio di finanziamenti illeciti. Strache era il presidente del Partito della Libertà (FPÖ), di estrema destra, che apparteneva alla coalizione di governo assieme al Partito popolare austriaco (ÖVP) di Kurz. Lo scandalo aveva portato Kurz, che era già cancelliere, a indire elezioni anticipate. Le elezioni erano state vinte dall’ÖVP, che aveva poi formato una nuova coalizione con i Verdi e senza il FPÖ.

La commissione d’inchiesta che indaga sul caso (chiamato anche “Ibizagate”, dato che il video fu girato in un appartamento dell’isola di Ibiza, in Spagna) sta anche indagando su alcune nomine ai vertici di società pubbliche durante gli anni del precedente governo, che sarebbero state influenzate da episodi di corruzione.

In particolare, la commissione la scorsa estate ha ascoltato Kurz come persona informata dei fatti riguardo alla nomina di Thomas Schmid, suo uomo di fiducia, al vertice della Österreichische Beteiligungs AG (ÖBAG), una holding statale che gestisce gli investimenti austriaci nelle società a partecipazione pubblica, come quello nella compagnia petrolifera OMV.

Nell’audizione della scorsa estate, Kurz aveva negato di aver discusso con Schmid della possibilità che venisse nominato amministratore delegato della società, e di non essersi attivato in alcun modo per favorire la sua nomina. Ma la commissione d’inchiesta è successivamente entrata in possesso di una serie di messaggi scambiati tra Kurz e Schmid che dimostrerebbero il contrario: nei messaggi non solo Kurz avrebbe discusso con Schimd della nomina, ma lo avrebbe rassicurato che il posto sarebbe stato suo, come poi è effettivamente successo.

Per questo motivo ora Kurz è indagato dall’agenzia governativa anticorruzione (WKStA) per aver reso falsa testimonianza, come confermato mercoledì 12 maggio dal cancelliere stesso. È probabile che nelle prossime settimane Kurz venga incriminato, ma lui ha già detto di non avere intenzione di dimettersi. Oltre a lui sono indagati anche il suo capo di gabinetto, Bernhard Bonelli, e Thomas Schmid, sempre per falsa testimonianza.

Per il sistema giudiziario austriaco mentire davanti a una commissione d’inchiesta parlamentare è un reato che prevede fino a tre anni di carcere. La leader del partito di opposizione dei Socialdemocratici, Pamela Rendi-Wagner, ha chiesto che nel caso in cui venga incriminato, Kurz si dimetta e si vada a nuove elezioni: «Un cancelliere indagato e incriminato non può svolgere le sue funzioni e dovrebbe affrontarne le conseguenze». Richieste di dimissioni sono arrivate anche dagli ex alleati del FPÖ, e dai liberali del NEOS.

Il problema della corruzione tra i funzionari pubblici austriaci non è una cosa nuova, e le accuse nei confronti di Kurz arrivano poco dopo che la WKStA aveva aperto un’indagine nei confronti del ministro delle Finanze austriaco, Gernot Blümel. A febbraio la polizia aveva perquisito la casa del ministro nell’ambito di una grossa indagine che riguarda Novomatic, una delle maggiori società di gioco d’azzardo al mondo.

Le indagini riguardano la nomina di un ex funzionario del Partito delle Libertà a direttore della società Casinos Austria, nella quale hanno quote sia il governo austriaco che Novomatic. Secondo i procuratori, alcuni funzionari del governo avrebbero concordato di nominare questa persona in cambio di licenze per il gioco d’azzardo e altri favori nei confronti di Novomatic. Blümel, che è molto vicino a Kurz, è sospettato di abuso d’ufficio e corruzione, e tra gli indagati ci sono anche l’ex ministro delle Finanze, Hartwig Löger, e Thomas Schmid.

Kurz aveva criticato la WKStA accusando i procuratori di voler politicizzare le indagini, e aveva proposto di riformare l’agenzia e di sostituirla con un nuovo ente indipendente. Anche Blümel in questi mesi ha cercato di ostacolare le indagini, rifiutandosi di ottemperare a un ordine della Corte costituzionale di consegnare e-mail e altre comunicazioni alla commissione parlamentare che indaga sulle accuse di corruzione: lo ha fatto alla fine solo nei giorni scorsi, su ordine del presidente della Repubblica, Alexander Van der Bellen.

– Leggi anche: Le agitazioni tra i laburisti britannici