L’Academy ha cannato il finale degli Oscar?

La chiusura frettolosa sulla premiazione di Anthony Hopkins come migliore attore ha spinto molti a ipotizzare che fosse data per scontata la vittoria di Chadwick Boseman

(Todd Wawrychuk/A.M.P.A.S. via Getty Images)
(Todd Wawrychuk/A.M.P.A.S. via Getty Images)

La cerimonia degli Oscar 2021 di domenica si è conclusa in modo piuttosto brusco e secondo molti addirittura goffo, con una frettolosa assegnazione del premio come migliore attore protagonista ad Anthony Hopkins, che non era presente in sala perché rimasto a casa sua in Galles. Normalmente, l’ultimo premio assegnato alla cerimonia degli Oscar è quello per il miglior film, il più atteso e importante: il fatto che sia stato cambiato appositamente l’ordine, e che la vittoria di Hopkins sia stata gestita in modo apparentemente sbrigativo, ha portato critici e giornalisti a ipotizzare che l’Academy – l’associazione che assegna gli Oscar – avesse organizzato tutto supponendo che la statuetta sarebbe andata a Chadwick Boseman, l’attore morto di tumore a 43 anni la scorsa estate che era largamente considerato il favorito da addetti ai lavori e agenzie di scommesse.


Già prima della cerimonia la modifica nell’ordine di premiazione aveva spinto qualcuno a ipotizzare che tutto fosse stato organizzato in funzione di un “crescendo” che portasse a una celebrazione finale di Boseman, un attore famoso per aver interpretato il primo supereroe afroamericano protagonista di un film Marvel in Black Panther. Boseman era candidato per Ma Rainey’s Black Bottom, un film su una band di blues di New Orleans candidato in varie categorie ma premiato alla fine soltanto per trucco e costumi.

L’interpretazione di Hopkins in The Father era stata elogiata estesamente dalla critica, ma il fatto che l’attore avesse già vinto un Oscar aveva convinto esperti e bookmaker che il favorito fosse Boseman, creando delle significative aspettative tra i suoi fan. Era la prima candidatura agli Oscar di Boseman, la cui interpretazione negli ultimi mesi gli aveva fatto vincere altri prestigiosi premi: ai Critics’ Choice Awards, ai SAG Awards e ai Golden Globe.

Il premio per il migliore attore è stato presentato da Joaquin Phoenix, che a sua volta aveva vinto lo stesso Oscar per Joker nel 2020: dopo un paio di battute e l’elenco dei candidati, Phoenix ha annunciato molto velocemente la vittoria di Hopkins e ha spiegato che data la sua assenza sarebbe stato lui stesso ad accettare il premio a nome dell’Academy. Poi la cerimonia si è conclusa improvvisamente, chiudendo quindi su un momento giudicato dai più televisivamente poco efficace ed emozionante.

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Ora in molti ritengono che sia i produttori della cerimonia sia i membri dell’Academy, cioè i circa 10mila addetti ai lavori del cinema che votano per assegnare gli Oscar, si aspettassero che il premio come migliore attore sarebbe stato assegnato a Boseman. Sembrava dare quest’impressione anche il segmento “In memoriam”, ovvero il consueto ricordo dei professionisti del cinema morti nell’ultimo anno, che è stato inserito verso il finale della cerimonia e si è concluso proprio con le immagini di Boseman.

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Alcuni giornalisti hanno criticato i produttori per aver “costruito” l’intera cerimonia attorno a Boseman, che alla fine non ha vinto, ottenendo come risultato un finale goffo e caotico. Altri inoltre hanno sostenuto che questa pianificazione abbia tolto risalto sia alla performance di Boseman che a quella di Hopkins, che secondo quanto ha scritto il New York Times si era offerto di collegarsi in diretta tramite Zoom da casa sua, ma non aveva ottenuto l’approvazione dell’Academy.

Lunedì Hopkins ha condiviso un breve video di ringraziamento sui social network in cui ha detto di sentirsi «molto privilegiato e onorato» di aver ricevuto questo premio, che non si sarebbe aspettato di ricevere a 83 anni. Allo stesso tempo, ha aggiunto di voler «rendere omaggio a Chadwick Boseman, che ci è stato portato via davvero troppo presto».

 

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Era prevedibile che a causa della pandemia da coronavirus la notte degli Oscar di quest’anno sarebbe stata diversa dal solito, e il regista Steven Soderbergh, tra gli organizzatori che se ne sono occupati, aveva preannunciato di voler fare una cerimonia che non fosse del tutto tradizionale e che per certi versi potesse «ricordare un film». Per via dell’alternanza tra il Dolby Theatre e la Union Station di Los Angeles e i collegamenti da varie città del mondo, però, lo spettacolo non è stato particolarmente scorrevole e ha ricevuto qualche osservazione anche per altri momenti poco riusciti oppure buffi.

Rob Mills, funzionario di ABC – il network televisivo che ha trasmesso l’evento in diretta – ha spiegato che i produttori si erano confrontati a lungo sull’organizzazione della cerimonia, che ha definito «la più impegnativa nella storia degli Oscar». Per questo, per esempio, avevano deciso di non avere un solo conduttore, ma più presentatori che si sono alternati nel corso della serata, tra cui Regina King, Laura Dern, Brad Pitt e Zendaya. Allo stesso modo, avevano pensato fosse meglio scombinare un po’ le carte in tavola, cambiando l’ordine dei premi più prestigiosi rispetto alla consuetudine: per esempio mettendo all’inizio quelli per le migliori sceneggiature – originale e non originale – e alla fine quelli per migliore attrice e miglior attore protagonisti.

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In un’intervista a Variety, Mills ha detto che «non era previsto» che la cerimonia si concludesse con la premiazione di qualcuno che non era presente, ma ha ammesso di essere rimasto sbalordito in prima persona nell’apprendere che il premio come migliore attore era stato assegnato a Hopkins. Secondo Mills «è stato un rischio calcolato», che in ogni caso «ripaga» le critiche, perché se ne sta parlando parecchio.

A ogni modo, secondo il New York Times, uno degli elementi che potrebbe aver condizionato la scelta dei critici dell’Academy, e quindi anche aver ribaltato le previsioni degli addetti ai lavori sul premio del migliore attore, può avere a che fare con il momento in cui sono usciti i loro due film negli Stati Uniti. Mentre Ma Rainey’s Black Bottom era disponibile su Netflix da novembre, The Father è uscito nelle prime sale statunitensi soltanto alla fine di febbraio, e la sua campagna promozionale è entrata nel vivo proprio nel periodo prima degli Oscar. Allo stesso tempo, può aver influito anche il fatto che The Father fosse stato candidato anche come miglior film, diversamente da Ma Rainey’s Black Bottom.

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