In Francia i rapporti sessuali tra adulti e minori di 15 anni saranno considerati violenze sessuali, e non più solo abusi

(AP Photo/Michel Euler)
(AP Photo/Michel Euler)

Giovedì l’Assemblea Nazionale, la Camera bassa del Parlamento francese, ha approvato in via definitiva una legge per la protezione dei minori che prevede che i rapporti tra un adulto e un minore di 15 anni vengano considerati una violenza sessuale, e non più solo un abuso sessuale.

Il codice penale francese definisce l’abuso sessuale come un «fatto commesso da un maggiorenne, praticato senza violenza, costrizione, minaccia né sorpresa su una persona minore di 15 anni» (per “sorpresa” si intende il ricorso a uno stratagemma per sorprendere la vittima o per approfittare del suo stato di incoscienza o ubriachezza), mentre la violenza sessuale prevede «violenza, coercizione, minaccia o sorpresa» e un atto di penetrazione. In mancanza di penetrazione viene definita solo “aggressione sessuale”.

La nuova legge fissa a 15 anni l’età del consenso, una soglia al di sotto della quale si considera che la minore o il minore non possano aver acconsentito all’atto sessuale. Prima di questa legge al di sotto dei 15 anni – considerati la “maggiore età” sessuale –  qualsiasi relazione sessuale con un adulto era considerata un “abuso sessuale”, ma non automaticamente uno stupro perché anche una minore di 15 anni poteva aver dato, secondo la legge, il proprio consenso.

In caso di incesto, questa soglia viene alzata a 18 anni. La legge prevede anche una clausola, detta “Romeo e Giulietta”, che stabilisce che i rapporti sessuali tra un minore di 15 anni e un adulto siano consentiti solo se l’adulto ha al massimo 5 anni in più del minore. Questa clausola, ovviamente, non vale nel caso in cui il minore abbia subìto un’aggressione sessuale.

La nuova legge è stata votata all’unanimità sia dal Senato che dall’Assemblea Nazionale, dopo che nei mesi scorsi c’era stato un ampio dibattito nel paese sul tema degli abusi sessuali nei confronti dei minori. Il dibattito era iniziato in seguito alla pubblicazione di un libro di Camille Kouchner, che aveva accusato il suo patrigno, Olivier Duhamel, politico ed ex europarlamentare, di aver violentato il fratello gemello di lei.