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  • Martedì 13 aprile 2021

Un vulcano ha oscurato il cielo di Barbados

La Soufrière si trova sull'isola caraibica di Saint Vincent, ma le ceneri delle sue eruzioni hanno bloccato la luce del Sole anche a 120 chilometri di distanza

L'eruzione del vulcano La Soufrière, a Saint Vincent, il 9 aprile 2021 (AP Photo/Orvil Samuel, La Presse)
L'eruzione del vulcano La Soufrière, a Saint Vincent, il 9 aprile 2021 (AP Photo/Orvil Samuel, La Presse)

Venerdì 9 aprile, dopo 42 anni di quiescenza, il vulcano dell’isola caraibica di Saint Vincent ha cominciato a eruttare: le sue ceneri hanno coperto buona parte dell’isola, oscurando la luce del Sole, e sabato sono arrivate fino a Barbados, che si trova circa 120 chilometri a est di Saint Vincent. Le eruzioni di colonne di cenere e poi di colate piroclastiche, cioè flussi di rocce e ceneri, si sono succedute nel corso del weekend, accompagnate da scosse di terremoto, e hanno causato blackout e interrotto le forniture d’acqua. L’ultima eruzione si è verificata martedì, quando in Italia erano le 12.30; secondo il Centro di ricerca sismica della University of the West Indies, è probabile che le eruzioni continuino anche nei prossimi giorni, con conseguenti spargimenti di cenere.

Saint Vincent è l’isola più grande dello stato di Saint Vincent e Grenadine e il suo vulcano si chiama La Soufrière, “La Solfatara”, in francese. È alto circa 1.220 metri ed è uno stratovulcano: è quel tipo di vulcano con pendii piuttosto ripidi che eruttano in modo esplosivo, lo stesso del Vesuvio. Dal Cinquecento, quando Saint Vincent fu scoperta dagli europei, e fino a venerdì, La Soufrière aveva eruttato in sei momenti: nel 1718, nel 1784, nel 1812, tra il 1902 e il 1903, tra il 1971 e il 1972, e nel 1979. Le eruzioni del 1812 e del 1902-1903 furono le più distruttive: a causa della seconda morirono più di 1.600 persone.

Anche le eruzioni di questi giorni sono esplosive e stanno facendo arrivare grandi quantità di cenere nell’atmosfera. Grazie alle fotografie scattate dai satelliti è stato possibile misurare l’altezza a cui sono arrivate: fino a 20mila metri.

L’eruzione più grossa degli ultimi giorni è stata quella avvenuta nella notte tra domenica e lunedì, le cui ceneri sono arrivate fino a Barbados, portate dal vento. Gli abitanti di Barbados sono stati avvisati di rimanere in casa. Alcuni video fatti di giorno nella zona di Saint Lucy, la parte più settentrionale di Barbados, mostrano che la cenere del vulcano ha oscurato il cielo.

I vulcanologi che studiano La Soufrière avevano notato una ripresa della sua attività fin da dicembre: poco prima della fine dell’anno e fino a febbraio avevano osservato la formazione di un nuovo duomo lavico, una struttura di lava di forma conica sopra al cratere del vulcano. Nelle fotografie e nei video realizzati dal Centro di ricerca sismica della University of the West Indies è possibile vedere com’era il duomo lavico prima che iniziassero le eruzioni.

Dopo le eruzioni di questi giorni la forma del cratere è cambiata, come è stato possibile vedere grazie ai satelliti. Al posto del duomo di lava ora c’è un cratere più profondo.

Per via della formazione del duomo di lava, gli esperti si aspettavano una eruzione imminente e le autorità di Saint Vincent erano preparate: giovedì avevano ordinato l’evacuazione di circa 16mila persone residenti nei centri abitati più vicini a La Soufrière, mentre domenica altri hanno lasciato le loro case. Attualmente più di tremila persone si trovano nei rifugi gestiti dal governo sull’isola e ci sono varie navi da crociera pronte per portare gli evacuati sulle isole vicine.

Un gruppo di 136 persone, braccianti agricoli stagionali, è già stato portato a Santa Lucia, a nord di Saint Vincent. C’è  comunque anche chi ha rifiutato di lasciare la propria casa pur abitando molto vicino al vulcano: non si sa bene di quante persone si tratti. In tutto Saint Vincent ha circa 100mila abitanti.

Il primo ministro di Saint Vincent e Grenadine, Ralph Gonsalves, ha detto che le forniture d’acqua sono interrotte nella maggior parte dell’isola e che lo spazio aereo è chiuso a causa delle ceneri e del fumo sparsi dal vulcano, ma che per ora non ci sono stati né feriti né morti a causa dell’eruzione.

Le eruzioni degli ultimi giorni hanno comunque fatto molti danni nella parte nord-orientale dell’isola di Saint Vincent: hanno distrutto piantagioni di palme da cocco, manghi, banani, alberi del pane e alberi di guanabana, un frutto tropicale, oltre a pezzi di foresta.

Nella parte orientale del mare dei Caraibi ci sono 19 vulcani attivi, di cui 17 distribuiti su 11 isole e due sott’acqua, vicino all’isola di Grenada. Il vulcano più attivo della regione è lo stratovulcano Soufrière Hills, che si trova sull’isola Montserrat, appartenente al Regno Unito: è dal 1995 che erutta più o meno continuamente. Nel 1997 uccise 19 persone. Un altro noto vulcano della regione, con un nome simile al Soufrière Hills e alla Soufrière di Saint Vincent, è La Grande Soufrière, che si trova sull’isola di Guadalupa, nelle Antille francesi. Nel 1976 si pensava avrebbe prodotto un’eruzione catastrofica, ragione per cui l’isola fu evacuata: il regista tedesco Werner Herzog la visitò per realizzare un documentario – La Soufrière (1977) – dedicato alle persone che si erano rifiutate di andarsene.