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  • Domenica 4 aprile 2021

Il “Mr. Wolf” delle navi incagliate

Quando c'è un problema con una grossa nave o un sottomarino, dalla Costa Concordia al Kursk fino alla Ever Given, si chiama spesso la Boskalis

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Uno dei rimorchiatori impegnati nel recupero della Ever Given, nel Canale di Suez, lunedì 29 marzo 2021 (Suez Canal Authority via AP)

Nelle prime ore di lunedì 29 marzo, al lavoro nel tratto del Canale di Suez bloccato dalla nave Ever Given – tra le escavatrici impegnate agli argini, una dozzina di piccole imbarcazioni egiziane e due potenti rimorchiatori d’altura – si trovavano quindici dipendenti della Smit International, una società di proprietà dell’olandese Royal Boskalis Westminster. Per sfruttare tempestivamente un nuovo livello della marea, il team di specialisti olandesi ha indicato alla squadra di lavoro di caricare duemila tonnellate di zavorra nella parte posteriore della nave. La prua si è sollevata leggermente, la marea ha fatto il resto. La Ever Given si è disincagliata, infine, dopo aver bloccato per cinque giorni il traffico in una delle più importanti rotte commerciali al mondo.

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Un’immagine satellitare della Ever Given, ancora bloccata nel Canale di Suez, domenica 28 marzo 2021 (Planet Labs Inc. via AP)

Boskalis è il gruppo olandese più conosciuto nel settore di nicchia dei servizi marittimi di dragaggio e sollevamento di carichi pesanti. Possiede una delle flotte specializzate più numerose al mondo e dal 2010 è proprietario, tra le altre cose, della Smit, l’altra società olandese nota per le operazioni di rimorchio e recupero delle navi incagliate o affondate. Deve molto della sua popolarità a precedenti, famose operazioni di recupero, tra cui quello della nave da crociera Costa Concordia, naufragata al largo dell’Isola del Giglio nel 2012, e quello del sottomarino russo Kursk, affondato nel mare di Barents nel 2000. È, insomma, una sorta di Mr. Wolf delle navi incagliate: come il celebre personaggio interpretato da Harvey Keitel in Pulp Fiction, risolve problemi. Per sbloccare e ormeggiare la Ever Given non ha impiegato mezzi propri ma ha coordinato il lavoro e fornito un supporto da molti ritenuto fondamentale.

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Gran parte del lavoro, nei giorni prima che la nave si sbloccasse, si era concentrata su un programma in parte dettato dalla previsione dei movimenti della marea. Occorreva compiere progressi in tempi rapidi, in particolare nel lavoro delle escavatrici, per fare in modo che la parte anteriore della nave non si trovasse ancora incuneata nell’argilla dell’argine del canale nel momento in cui il livello dell’acqua sarebbe passato dal punto più basso a quello più alto. E nemmeno quel lavoro sarebbe stato sufficiente, senza i due grandi rimorchiatori (uno della società italiana Augustea e un altro dell’olandese ALP Maritime Services) intercettati da Boskalis e giunti nel canale tra domenica e lunedì mattina.

«Il ruolo di Boskalis è stato fondamentalmente quello di fare calcoli», ha detto l’amministratore delegato dell’azienda, Peter Berdowski. Una volta liberata la poppa, è stato necessario calcolare quanto sarebbe servito caricare nella parte posteriore della nave per sollevare la prua. «È il genere di lavoro che facciamo: studiamo la posizione esatta in cui dobbiamo attaccare i rimorchiatori, in quale precisa direzione tirare, e a che ora, in modo da sfruttare al massimo la marea e altri fattori», ha spiegato Berdowski.

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(EPA/SUEZ CANAL AUTHORITY/HO)

Intorno alle 15 anche la prua della Ever Given è stata quindi rimessa a galla, permettendo di procedere allo spostamento e all’ormeggio della nave. Non fosse bastato quel lavoro, su indicazione dei tecnici di Boskalis alcune draghe ad aspirazione – speciali macchine per l’esecuzione di scavi subacquei a moderate profondità – erano già in viaggio per raggiungere il canale, e sarebbero state utilizzate su speciali piattaforme galleggianti.

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Le operazioni per sbloccare la Ever Given non sono state eccezionali da un punto di vista tecnico, ha chiarito Berdowski al Financial Times, ma hanno comprensibilmente attirato molte attenzioni mediatiche. Boskalis esegue tra i 40 e i 50 lavori di recupero ogni anno in tutto il mondo, sebbene siano rari quelli che vengono seguiti con un tale interesse da parte del pubblico. «La pressione per noi c’è sempre: a volte si tratta di soccorrere una nave in fiamme con l’equipaggio a bordo, una cosa che mette vera pressione», ha detto Berdowski.

Oggi Boskalis è principalmente nota per i servizi specifici offerti da Smit, la società acquisita nel 2010, ma è un’azienda olandese che esiste da oltre 110 anni e lavora anche, fin dall’inizio della sua storia, nella costruzione e manutenzione di grandi infrastrutture marittime. Uno dei suoi primi e più celebrati lavori fu la partecipazione alle operazioni di sbarramento del golfo di Zuiderzee e di successiva bonifica del territorio, in quello che oggi è ricordato come il più grande progetto di ingegneria idraulica intrapreso dai Paesi Bassi nel Novecento. Negli anni Novanta è stata coinvolta a Hong Kong in altri lavori di bonifica per la costruzione del nuovo aeroporto sull’isola di Chek Lap Kok.

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L’acquisizione di Smit ha poi permesso a Boskalis di integrare e perfezionare ulteriormente i servizi. I mezzi e il personale di Smit erano stati impegnati nel difficile recupero del sottomarino russo K-141 Kursk, affondato il 12 agosto 2000 nel mare di Barents, a nord della Russia, in seguito a due esplosioni durante un’esercitazione militare. Nell’incidente morirono tutti i 118 membri dell’equipaggio, almeno 23 dei quali alcune ore dopo l’affondamento.

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Una parte del sottomarino russo Kursk recuperata e trasportata al porto di Roslyakovo, vicino Murmansk, in Russia, il 23 ottobre 2001 (AP Photo/Pool, File)

Il fatto che il sottomarino fosse dotato di un motore alimentato da due reattori nucleari e trasportasse diverse armi rese ulteriormente pericolosi e faticosi gli interventi per il recupero, a causa del rischio di radiazioni. Fu un celebrato successo del gruppo di specialisti di Smit, che insieme a un’altra società olandese (Mammoet) riuscirono nell’ottobre 2001 a recuperare una parte del sottomarino, affondato a 108 metri di profondità.

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La partecipazione di Smit, una volta acquisita da Boskalis, fu poi richiesta in occasione dei lavori di intervento sulla Costa Concordia, la nave da crociera italiana naufragata vicino all’Isola del Giglio, in Toscana, il 13 gennaio 2012. Le operazioni richiesero particolare accortezza a causa dei rischi per l’ecosistema dell’isola. Compito delle prime squadre di tecnici olandesi intervenuti sulla nave nelle settimane successive all’incidente fu di evitare fuoriuscite di sostanze inquinanti procedendo allo svuotamento delle circa 2.400 tonnellate di carburante dai serbatoi.

Sebbene sia da tutti riconosciuta come la più grossa del giro, Boskalis non è l’unica società a occuparsi di rimorchio, trasporto e sollevamento delle navi di grandi dimensioni. È cresciuta una forte concorrenza recente, secondo una fonte consultata dal Financial Times, da parte di compagnie cinesi che hanno fatto irruzione nel settore spesso grazie al sostegno dello Stato. E questo ha permesso loro di assumere, anche in perdita, incarichi importanti per la rimozione di grandi relitti.

Secondo quanto riferito dall’amministratore di Boskalis, nove volte su dieci per un recupero come quello della Ever Given le commissioni per il pagamento sono quelle regolate da un tipo di contratto standard noto tra gli addetti come Lloyd’s Open Form (LOF). Stabilisce come importo delle retribuzioni per le operazioni di salvataggio in mare una percentuale calcolata sul valore della nave salvata e sul valore del carico. Si stima che l’operazione di recupero della Ever Given possa valere tra 20 e 42 milioni di euro.

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