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  • Martedì 30 marzo 2021

Gli attacchi terroristici stanno bloccando le estrazioni di gas naturale in Mozambico

E stanno provocando grande paura nella provincia di Cabo Delgado, dove negli ultimi giorni sono state uccise decine di persone

Una donna osserva le persone, scappate dalle loro case, su una barca a largo della spiaggia di Pemba, nel nord del Mozambico (epa/Ricardo Franco/Ansa)
Una donna osserva le persone, scappate dalle loro case, su una barca a largo della spiaggia di Pemba, nel nord del Mozambico (epa/Ricardo Franco/Ansa)

Da almeno sei giorni nella città di Palma, in Mozambico, va avanti un attacco terroristico in cui sono già state uccise decine di persone. Palma ha circa 75mila abitanti ed è una città molto importante per il paese: si trova a nord, sulla costa, nella provincia di Cabo Delgado, dove negli ultimi 10 anni sono state scoperte grandi riserve di gas naturale. Nel 2017 l’azienda petrolifera francese Total aveva avviato a pochi chilometri da Palma un progetto di estrazione del gas del valore di 17 miliardi di euro: i grandi investimenti promettevano di portare grossi miglioramenti nelle condizioni di vita in Mozambico, uno dei paesi più poveri al mondo, ma da allora il progetto si è dovuto più volte interrompere, minacciato dal terrorismo.

L’attacco cominciato lo scorso mercoledì è stato l’ultimo e più evidente di un conflitto che dura da oltre tre anni tra le forze governative – che comprendono anche contractor (cioè soldati di professione che lavorano a pagamento) – e un gruppo terroristico chiamato Ahlus Sunna wal Jamaa, che ha legami con lo Stato Islamico (ISIS).

Ahlus Sunna wal Jamaa è molto attivo nella zona di Cabo Delgado: negli anni ha raccolto molte adesioni fra i giovani e per questo viene anche chiamato al Shabaab, termine arabo che significa “gioventù” (ma non ha niente a che fare con l’omonimo gruppo terroristico somalo). All’inizio di marzo è stato inserito formalmente dagli Stati Uniti nella lista dei gruppi terroristici internazionali.

– Leggi anche: Il gruppo terroristico che si sta facendo notare in Mozambico

Secondo ACLED, un’organizzazione non governativa che raccoglie dati sulle violenze in tutto il mondo, solo nel 2020 nella provincia di Cabo Delgado ci sono stati almeno 570 eventi violenti. Negli scontri degli ultimi anni sono morte almeno 2mila persone, e oltre 670mila sono state costrette ad abbandonare le proprie case e a fuggire dalla zona per paura dei gruppi criminali.

Anche in seguito a quest’ultimo attacco terroristico, migliaia di persone sono scappate verso città vicine: alcuni sono fuggiti camminando a piedi per giorni, altri hanno cercato di raggiungere la spiaggia per imbarcarsi e sono stati scortati fino a Pemba, 250 chilometri a sud di Palma. Dalle informazioni disponibili, i terroristi sembrano aver preso di fatto il controllo della città, ma è difficile avere notizie certe su quante persone siano state uccise o farsi un’idea precisa della situazione, perché le linee di comunicazione nella zona sono state in gran parte interrotte.

Secondo alcune testimonianze raccolte dai media internazionali tra volontari, contractor e altri testimoni sul posto, per le strade e le spiagge ci sarebbero decine di corpi senza vita, alcuni dei quali decapitati.

Uno degli eventi su cui si hanno maggiori notizie è avvenuto venerdì, quando circa 200 persone si erano rifugiate in un hotel in attesa di aiuto, mentre i terroristi all’esterno lo tenevano sotto assedio. La maggior parte di loro è riuscita a scappare due giorni dopo grazie a un convoglio di veicoli che li ha caricati per portarli fino alla spiaggia, dove poi si sono imbarcati. Sette persone sono state uccise mentre cercavano di fuggire dall’hotel, e 10 dei 17 veicoli del convoglio non sono arrivati fino alla spiaggia.

Tra le persone che sono rimaste bloccate nell’hotel c’erano abitanti del luogo e lavoratori stranieri arrivati a Cabo Delgado per le estrazioni del gas naturale (fra questi ultimi non sono state comunicate vittime). Mercoledì infatti la Total aveva annunciato che avrebbe ripreso i lavori di estrazione, dopo che a gennaio li aveva interrotti proprio a causa dell’insicurezza del luogo dovuta agli attacchi terroristici. L’agenzia petrolifera aveva chiesto maggiore sicurezza nella zona dei lavori al governo del Mozambico, che da parte sua si era affrettato a dare garanzie per paura che i progetti ritardassero eccessivamente.

Dopo i recenti avvenimenti, la Total ha nuovamente sospeso i lavori, e ha detto che quando riprenderanno il personale sarà ridotto al minimo indispensabile e messo in estrema sicurezza per lavorare.

Nonostante tutto, infatti, è difficile che la società decida volontariamente di rinunciare all’intero progetto, che ha comportato un investimento enorme di risorse e a cui partecipano anche altre aziende petrolifere mondiali, tra cui l’italiana ENI. ExxonMobil, gruppo energetico statunitense, sta valutando un altro progetto dall’equivalente di oltre 25 miliardi di euro a Cabo Delgado, ma vista la situazione non ha ancora preso una decisione definitiva.

La scoperta delle grandi riserve di gas naturale in Mozambico non ha migliorato le condizioni di vita della popolazione locale, come invece in molti speravano; anzi, diversi abitanti del luogo sono stati costretti a lasciare le proprie case o le proprie attività di pesca per permettere l’installazione di piattaforme per lo sfruttamento delle risorse. Dal punto di vista economico il paese ha sofferto ancora di più dal 2019, dopo i molti danni e morti causati dal ciclone Kenneth.

Le difficoltà che si stanno riscontrando nelle attività di sfruttamento delle risorse sono un grosso problema per il governo del Mozambico, che aveva basato buona parte dei suoi piani economici dei prossimi anni sugli investimenti fatti dalle società straniere per estrarre il gas naturale. In questi anni le forze governative sono state anche accusate da alcune organizzazioni internazionali di aver represso con eccessiva forza gli attacchi terroristici, attraverso rapimenti, detenzioni illegali e abusi di altro genere verso persone sospettate di far parte dei gruppi criminali.

Ora il governo sta cercando di mostrarsi agli investitori internazionali in grado di gestire gli attacchi e di avere la situazione sotto controllo: giovedì scorso il ministero della Difesa ha annunciato di star lavorando per ristabilire l’ordine e in questi giorni ha ripetuto più volte che la presenza dei terroristi è circoscritta solo ad alcune zone. Le cose però non sembrano migliorate dall’inizio degli attacchi: i video girati dall’alto mostrano la città di Palma quasi completamente deserta e nei fatti l’occupazione terroristica sembra essere ancora in corso.