I dati sul coronavirus in Italia di oggi, lunedì 22 marzo

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 13.846 casi positivi da coronavirus e 386 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 31.559 (627 in più di ieri), di cui 3.510 nei reparti di terapia intensiva (62 in più di ieri) e 28.049 negli altri reparti (565 in più di ieri). Sono stati analizzati 106.736 tamponi molecolari e 62.460 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 12,4 per cento, mentre quella dei test antigenici dell’1 per cento. Nella giornata di domenica i contagi registrati erano stati 20.045 e i morti 300.

Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Emilia-Romagna (2.118), Lombardia (2.105), Piemonte (1.521), Lazio (1.407) e Campania (1.313).

Le principali notizie della giornata
• Dopo numerosi disguidi e ritardi nella somministrazione dei vaccini alle persone con più di 80 anni, la giunta regionale della Lombardia ha deciso di cambiare i vertici di ARIA spa, la società della Regione a cui è stata affidata la gestione delle prenotazioni e degli appuntamenti nei centri vaccinali. La Lombardia è la regione con più abitanti in Italia, la più ricca del paese, e sta vaccinando in ritardo rispetto a molte altre regioni italiane. Le responsabilità del caos organizzativo sono state attribuite ad ARIA, nonostante l’attuale sistema sanitario della regione – quindi anche ARIA – sia stato pensato e realizzato dal centrodestra in 26 anni ininterrotti alla guida della Regione. È una questione complessa che abbiamo spiegato meglio in questo articolo.

• L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato i dati su contagi da coronavirus e morti per COVID-19 nelle residenze per anziani, a più di due mesi e mezzo dall’inizio della campagna vaccinale. Sono molto positivi, ha spiegato l’ISS: «in calo incidenza, residenti isolati e, in misura minore, anche decessi».

• Da alcuni giorni nei paesi dell’Unione Europea si discute della possibilità di vietare le esportazioni di alcuni vaccini contro il coronavirus per fare fronte alle lentezze della campagna vaccinale europea, dovute anche alle mancate forniture di alcuni produttori, oltre che ai problemi organizzativi nei singoli stati. Le discussioni si stanno concentrando in particolare intorno all’industria britannico-svedese AstraZeneca, che finora ha consegnato solo una parte delle dosi pattuite con l’Unione Europea, e sul Regno Unito, col quale invece AstraZeneca ha mantenuto i propri impegni. A questo proposito, in un nuovo test clinico realizzato negli Stati Uniti il vaccino di AstraZeneca ha fatto rilevare un’efficacia del 79 per cento nel prevenire la COVID-19 in generale, proteggendo quasi al 100 per cento dalle forme più gravi della malattia e tali da rendere necessario un ricovero in ospedale: ma ne parliamo meglio qui.

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