Eyad al Gharib, ex funzionario del regime siriano di Assad, è stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere da un tribunale tedesco

Eyad al Gharib (Thomas Lohnes/Pool Photo via AP)
Eyad al Gharib (Thomas Lohnes/Pool Photo via AP)

L’Alta Corte Regionale di Coblenza, nello stato tedesco di Renania-Palatinato, ha condannato a quattro anni e mezzo di carcere Eyad al Gharib, ex funzionario del regime siriano di Bashar al Assad ritenuto corresponsabile di crimini contro l’umanità commessi durante la guerra iniziata nel 2011. Gharib è stato condannato per il suo ruolo nell’arresto e nel trasferimento dei prigionieri del regime nei centri di interrogatorio gestiti dal governo di Assad: nei primi anni della guerra civile, in quei centri venivano compiute torture sistematiche e altre brutalità.

Il processo a Gharib è considerato di enorme importanza perché è stato il primo che ha avuto come imputati funzionari di alto livello del regime siriano di Assad che si trovassero fuori dalla Siria: Gharib era arrivato in Germania nell’aprile 2018, mentre l’altro imputato nel processo, l’ex colonnello dell’intelligence siriana Anwar Raslan, era arrivato nel luglio 2014. A differenza di Gharib, per Raslan non è ancora stata emessa una sentenza.

Per la Germania, quello a Gharib e Raslan è stato il processo più importante nel paese dal 2002 sulla base del principio della giurisdizione universale, un principio del diritto internazionale poco applicato e conosciuto, anche se da anni molto discusso. Si basa sull’idea che alcune norme internazionali siano talmente rilevanti da valere per tutti gli stati del mondo, e che tutti gli stati del mondo si debbano impegnare a farle rispettare. Sono le norme su crimini estremamente gravi come il genocidio, la tortura e i crimini di guerra e contro l’umanità. È grazie alla giurisdizione universale che la Germania ha potuto processare due imputati che non avevano compiuto reati in Germania, e nemmeno contro cittadini tedeschi.

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