«Touchdown confirmed»

Sono state le prime parole pronunciate dall'ingegnera Swati Mohan per confermare il riuscito atterraggio di Perseverance su Marte

Gli ultimi, delicati minuti del lungo viaggio del rover Perseverance della NASA verso Marte sono stati seguiti in diretta dal team del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA e narrati dall’ingegnera del JPL, Swati Mohan. Quando Mohan ha confermato il riuscito atterraggio del rover su Marte, dicendo «touchdown confirmed», tra le persone che stavano seguendo la missione al JPL si sono levati grandi applausi, fist-bump e grida di gioia.

Compiere un atterraggio controllato su Marte era un’operazione molto complessa, e negli ultimi minuti del suo viaggio, dopo l’ingresso nell’atmosfera del pianeta, Perseverance ha dovuto fare tutto da solo con i suoi sistemi di bordo e senza la possibilità di interventi e correzioni dal centro di controllo. Giovedì sera, poco prima delle 22 ora italiana, il rover Perseverance della NASA ha raggiunto il suolo di Marte con un atterraggio controllato ben riuscito, dopo avere viaggiato per 203 giorni e coperto una distanza di oltre 470 milioni di chilometri.

Il JPL ha sede a Pasadena, in California, ed è il laboratorio della NASA che si occupa dell’esplorazione dello Spazio con sonde, lander e rover: la missione di cui Perseverance fa parte, Mars 2020, ha richiesto più di sette anni di preparazione.

Perseverance permetterà di osservare Marte con una definizione maggiore rispetto a Curiosity, il rover che aveva raggiunto il pianeta nel 2012, e grazie al suo trapano raccoglierà anche decine di campioni che saranno riportati sulla Terra con una futura missione. Nei prossimi anni, Perseverance ci aiuterà a rispondere alla domanda delle domande: c’è mai stata vita su Marte?

– Leggi anche: Perseverance, spiegato bene

Operatori osservano le prime immagini trasmesse da Perseverance dopo l’atterraggio su Marte al Jet Propulsion Laboratory (JPL), il laboratorio della NASA di Pasadena (in California) che si occupa di esplorazione dello spazio con sonde, lander e rover. 18 febbraio 2021. (NASA, Bill Ingalls)