Il governo Draghi ha ottenuto la fiducia al Senato

Con 262 voti a favore, quelli di praticamente tutti i partiti, e 40 contrari, di Fratelli d'Italia e qualche dissidente del M5S

(Yara Nardi/Pool via AP)
(Yara Nardi/Pool via AP)

Il governo Draghi ha ottenuto la fiducia al Senato, con 262 voti a favore e 40 contrari: come annunciato, hanno votato contro i 19 senatori di Fratelli d’Italia, l’unico partito di opposizione dotato di un gruppo al Senato, a cui si sono aggiunti altri 4 senatori nel Gruppo Misto, 2 di Liberi e Uguali e 15 nel Movimento 5 Stelle. I senatori presenti erano 304, quelli che hanno votato 302, due senatori si sono astenuti.

In particolare, hanno votato contro il governo Draghi, tra gli altri le senatrici Abate, Angrisani, Giannuzzi, Granato, La Mura, Moronese e i senatori Corrado, Crucioli, Di Micco, Lannutti, Mininno, Morra e Ortis del M5S, mentre altri senatori hanno detto di sostenere il governo controvoglia, per senso di responsabilità. A votare no alla fiducia sono stati anche il senatore Giarrusso e il senatore Ciampolillo del Gruppo Misto, e le senatrici Nugnes e Fattori di Liberi e Uguali. La senatrice Drago (Misto, ex M5S) si è astenuta come aveva annunciato, e come lei ha fatto il senatore Lanièce.
Sostengono invece il governo il Movimento 5 Stelle (69 senatori su 92: oltre ai 15 contrari, 8 erano assenti alla votazione), il Partito Democratico, la Lega, Forza Italia, Liberi e Uguali e Italia Viva, tutti con ministri nel governo.

Il governo Draghi non ha superato i 281 voti ottenuti nel 2011 da Mario Monti, che avevano rappresentato il massimo nella storia repubblicana per un voto di fiducia al Senato.

La giornata al Senato era stata aperta dal discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi, che in 50 minuti aveva elencato sommariamente i principi che ispireranno l’azione di governo e alcuni punti del programma, insistendo in particolare sulla politica economica da applicare per provare a superare la crisi causata dalla pandemia, e soffermandosi a lungo sulle questioni ambientali. Draghi ha dedicato vari passaggi alla posizione atlantista ed europeista che terrà il governo, includendo anche una apparente condanna dei sovranismi: «Non c’è sovranità nella solitudine».

Il leader della Lega Matteo Salvini ha detto di essere soddisfatto del discorso, definito un «ottimo punto di partenza» e sostenendo che Draghi abbia parlato di «più rimpatri», con un’interpretazione personale del passaggio in cui il presidente del Consiglio ha parlato di «costruzione di una politica europea dei rimpatri dei non aventi diritto alla protezione internazionale, accanto al pieno rispetto dei diritti dei rifugiati». Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha detto intervenendo in aula che «con Draghi vince il paese», mentre il segretario del PD Nicola Zingaretti ha parlato di «Italia in buone mani».

Durante la sua replica in serata, prima delle dichiarazioni di voto, Draghi è tornato a parlare di ambiente, confermando il suo impegno su questo punto, ha chiarito quanto aveva detto sull’immigrazione, dicendo che «la risposta più efficace e duratura passa per una piena assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni europee»; ha detto inoltre che «il ritorno alla normalità deve riguardare anche la cultura». Ha insistito poi sull’importanza del sostegno al settore del turismo, dicendo: «sostenere il turismo non significa buttar via i soldi, quei soldi tornano indietro».

Domani ci sarà il voto di fiducia alla Camera: si inizierà la mattina con il discorso di Draghi, poi ci sarà la discussione in aula, un paio di pause per la sanificazione, e si dovrebbe arrivare al voto in serata.