Cosa si dice su quello che vorrebbe fare Draghi

Non ne sappiamo granché, in concreto, ma i partiti che lo hanno incontrato hanno anticipato qualcosa ai giornali

(Ufficio Stampa Camera dei Deputati/LaPresse)
(Ufficio Stampa Camera dei Deputati/LaPresse)

Ieri pomeriggio, durante il secondo giro di consultazioni con i partiti minori, il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi ha cominciato a spiegare alcuni punti sommari del suo ipotetico programma di governo, cioè quello che vorrebbe fare se riuscirà ad ottenere la maggioranza. Da quello che hanno riferito i politici che l’hanno incontrato, Draghi ha parlato principalmente di accelerare la campagna vaccinale, dell’ipotesi di allungare il calendario scolastico, delle misure di sostegno al lavoro, e delle riforme della pubblica amministrazione, del fisco e della giustizia civile. Ma per ora quello che sappiamo è molto vago: sarà con ogni probabilità lo stesso Draghi a spiegarlo più estesamente quando e se parlerà al Parlamento, nei prossimi giorni.

In questi giorni il dibattito politico si è concentrato sulle cose ancora da risolvere per formare il governo, dalla decisione sulla sua natura tecnica o politica alla coesistenza di Lega e Partito Democratico. Mentre il Movimento 5 Stelle ha annunciato che terrà una consultazione online tra gli iscritti sul sostegno al governo, e mentre sui giornali si parla di come saranno spartiti tra i partiti della maggioranza i probabili ministeri politici, domani Draghi vedrà anche i vertici dei sindacati Cgil, Cisl e Uil.

Atlantismo e europeismo
Durante le consultazioni, Draghi ha innanzitutto indicato due principi fondamentali del futuro governo: l’atlantismo, cioè il rapporto irrinunciabile e privilegiato con gli Stati Uniti (soprattutto dopo il cambio di presidenza che ha portato Joe Biden alla Casa Bianca), e l’europeismo, la piena adesione dell’Italia alle politiche dell’Unione Europea. Sono indicazioni significative, queste ultime, soprattutto per due partiti: il Movimento 5 Stelle e la Lega.

Il Movimento 5 Stelle, nel proprio recente passato, ha avuto posizioni molto critiche nei confronti della Nato, degli Stati Uniti e dell’UE, e posizioni spesso favorevoli alla Russia. Tutte sono state ridimensionate negli ultimi anni. Dopo l’apertura della crisi di governo, però, nel suo intervento alla Camera per chiedere la fiducia, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – in un passaggio molto contestato – aveva citato sia gli Stati Uniti come «nostro principale alleato e fondamentale partner strategico», sia la Cina, parlando del suo «innegabile rilievo sul piano globale ed economico».

Per quanto riguarda la Lega: solo qualche anno fa, Matteo Salvini parlava dell’Unione Europea come dell’Unione “sovietica europea”, e il suo anti-europeismo, in linea su questi temi con l’estrema destra di altri paesi, era molto esplicito. Da tempo, Salvini ripete però che l’orientamento del suo partito non è anti-europeista, ma euro-riformatore. Negli ultimi giorni, in molti hanno notato un ulteriore cambio di registro e di contenuti di Salvini, nel parlare di Unione Europea in senso assai più benevolo. Questo atteggiamento è stato collegato alla volontà della Lega di entrare nel governo Draghi.

Sanità, lavoro, scuola
Secondo quanto hanno riferito ai giornali i partiti che hanno parlato con Draghi, il presidente del Consiglio incaricato avrebbe insistito su cinque temi: la sanità, il lavoro, le imprese, la scuola e l’ambiente. Durante le consultazioni, Draghi ha parlato della necessità di migliorare l’attuale piano vaccinale per renderlo più efficace. Questo obiettivo dovrebbe essere raggiunto attraverso il potenziamento dell’approvvigionamento dei vaccini e della logistica per distribuirli. Ma anche attraverso un maggiore investimento sulla medicina territoriale. L’obiettivo è raggiungere l’immunità di gregge nell’arco dei prossimi mesi, per la ripresa dell’occupazione e dei consumi.

Sul tema della scuola, secondo quanto hanno riferito i partiti, Draghi non è sceso nei dettagli, ma la considera comunque una priorità e ha citato l’ipotesi di un allungamento del calendario oltre i termini previsti, a giugno, per recuperare parte delle lezioni perse.

Per quanto riguarda le imprese e il lavoro, Draghi ha parlato di proteggere i lavoratori e le imprese con misure di sostegno (il blocco dei licenziamenti scade a fine marzo). Secondo i giornali ha citato la necessaria ripartenza degli investimenti pubblici, lo sblocco dei cantieri e la creazione di lavoro con le grandi infrastrutture. Diversi giornali riportano comunque la sua volontà di superare gradualmente la politica dei sussidi, cioè i provvedimenti presi finora a seguito dell’emergenza, a favore di interventi più mirati e strutturali.

Le riforme
Tra le principali riforme, Mario Draghi ha indicato come prioritarie quelle della pubblica amministrazione, del fisco e della giustizia civile, i cui tempi attuali ostacolano gli investimenti dall’estero. Si tratta dei tre obiettivi indicati dalla Commissione europea per la concessione dei fondi legati al Recovery Plan. Si tratta anche di interventi strutturali, che potrebbero essere attuati soltanto da un governo stabile e che rimanga in carica per un po’ di tempo. Salvini, da parte sua, continua a chiedere che l’eventuale governo Draghi porti invece a elezioni anticipate nel giro di qualche mese.