Una canzone di John Lennon e Yoko Ono

Quasi un chiedere scusa di John Lennon per averla fatta così facile con la canzone di prima

(Photo by Central Press/Hulton Archive/Getty Images)
(Photo by Central Press/Hulton Archive/Getty Images)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
So che siete tutti sugli streaming, e che le mie vicissitudini da possessore di files musicali vi suonano insignificanti, ma hai visto mai che possa servire a qualcuno (o a me in futuro), linko la pagina che mi ha permesso di recuperare le mie playlist di iTunes (o come si chiama ora): una questione di files .tmp. Ma la lezione generale sempre valida qualunque problema vi capiti è che su Google qualcuno l’ha già avuto.
C’è tutta una storia di accuse di abusi sessuali contro Marilyn Manson, in questi giorni: adesso c’è finito dentro anche Trent Reznor dei Nine Inch Nails.
Il Guardian ha messo in fila le migliori canzoni di Carly Simon, e la numero uno era abbastanza indiscutibile. Sulle prime sei sono d’accordo a metà.
Oggi in redazione al Post si parlava di It’s a sin, la serie nuova sull’AIDS nel Regno Unito negli anni Ottanta: che prende il titolo da una canzone di quella band lì.

Woman is the nigger of the world
La storia è che Yoko Ono lo disse in un’intervista, che “le donne sono i negri del mondo”, paragonando le due condizioni rispetto ai maschi e ai bianchi, e applicando alle donne la stessa parola offensiva “nigger”. E John Lennon ci fece una canzone intorno, “le donne sono gli schiavi degli schiavi”. Ma spesso le persone confondono paragoni ed equivalenze, e ci furono proteste. E spesso le persone si agitano più per le parole che per i fatti, e il termine “nigger” negli Stati Uniti è un complicato e contraddittorio tabù, che viene censurato anche quando se ne vuole mostrare l’abuso: e ci furono altre proteste (è uno dei termini che più terrorizzano i giornali, per esempio, e quasi sempre viene citato come “la parola con la enne”).

Woman is the nigger of the world
Yes she is, think about it
Woman is the nigger of the world
Think about it, do something about it

Woman is the nigger of the world uscì nel 1972, dentro un disco molto politico e polemico, piuttosto universalmente ritenuto un brutto disco di John Lennon: ufficialmente è di quelli attribuiti a lui e a Yoko Ono. L’anno prima invece era uscito Imagine, che è piuttosto universalmente ritenuto il miglior disco di John Lennon, ufficialmente attribuito a lui solo. Metteteci che in quel disco c’era appunto Imagine, la canzone, e capirete che la successione e il confronto sono teatralmente spettacolari. Non tanto per la qualità (ora ci arrivo) ma perché le due canzoni più rappresentative nel giro di un anno sono, quindi: un ecumenico e idilliaco inno planetario alla pace e al volersi tutti un gran bene (pur con accenni a liberarsi della religione) – un “sogno” per propria definizione – sostenuto da un arrangiamento celestiale e svenevole; e un pezzone rock/soul che accusa mezza popolazione mondiale di razzismo e sessismo e che invita a gridare contro tutto questo e a ribellarsi. E persino il suono del titolo è opposto: la dolcezza della gi dolce di Imagine, contro l’asprezza della gi dura di “Nigger”.

We make her paint her face and dance
If she won’t be aslave, we say that she don’t love us
If she’s real, we say she’s trying to be a man
While putting her down we pretend that she is above us
Woman is the nigger of the world, yes she is
If you don’t believe me take a look to the one you’re with

E sapete che c’è? Woman is the nigger of the world è straordinariamente più bella: proprio perché Imagine è straordinariamente più facile, cosa che va a suo merito. È quasi un chiedere scusa di John Lennon per averla fatta così facile (in tutti i sensi), al giro prima, e così sterile: “adesso parliamo di cose concrete e di come affrontarle; e mettiamoci dentro un sassofono della Madonna”.

We make her bear and raise our children
And then we leave her flat for being a fat old mother hen
We tell her home is the only place she should be
Then we complain that she’s too unworldly to be our friend
Woman is the nigger of the world, yes she is
If you don’t believe me take a look to the one you’re with

Poi c’è un altro pezzo della storia, ovvero di quanto Lennon sia stato criticato per essere stato “succube di una donna” (di due donne, persino), e di quello che abbia subito quella donna: e di quello di cui stiamo parlando ancora oggi, ma di più, e di cui lui sarebbe probabilmente contento.


Woman is the nigger of the world su Spotify
Woman is the nigger of the world su Apple Music
Woman is the nigger of the world su YouTube

(Dieci gran canzoni di protesta, aggiungo)