I dati sul coronavirus in Italia di oggi, giovedì 28 gennaio

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 14.372 nuovi casi positivi da coronavirus e 492 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 23.066 (447 in meno di ieri), di cui 2.288 nei reparti di terapia intensiva (64 in meno di ieri) e 20.778 negli altri reparti (383 in meno di ieri). Sono stati analizzati in totale 164.216 tamponi molecolari e 110.963 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata dell’8,2 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,8 per cento. Nella giornata di mercoledì i contagi registrati erano stati 15.204 e i morti 467.

Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (2.603), Campania (1.313), Emilia-Romagna (1.265), Lazio (1.263) e Puglia (1.159).

Le principali notizie della giornata
Secondo la mappa pubblicata oggi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), il Friuli Venezia Giulia e la provincia autonoma di Bolzano rientrano nelle cosiddette aree di colore “rosso scuro”. La mappa si basa sulla nuova classificazione proposta dalla Commissione Europea per individuare le aree più a rischio nei paesi dell’Unione e per raccomandare eventuali restrizioni negli spostamenti. Il rosso scuro indica le zone in cui il virus si sta diffondendo a ritmi elevati, in particolare quelle in cui sono stati riscontrati più di 500 contagi ogni 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni; che un’area venga classificata come “rosso scuro” non significa però che ci saranno maggiori controlli su chi viaggia da o verso queste zone.

• Negli ultimi sette giorni in Italia sono state somministrate quasi soltanto le seconde dosi del vaccino contro il coronavirus, quelle cioè del richiamo per chi aveva già ricevuto la prima dose nelle settimane precedenti. C’entrano anche i ritardi di consegna delle dosi di Pfizer-BioNTech, ma l’impatto non è così significativo come si potrebbe dedurre dal dibattito e dalle accuse degli ultimi giorni. Il rallentamento è dovuto più che altro alle strategie scelte dalle regioni, ma spieghiamo tutto meglio in questo articolo.

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