Una canzone dei Bright Eyes

Ha sempre fatto le canzoni a modo suo, Conor Oberst

(AP Photo/Joe Giblin)
(AP Photo/Joe Giblin)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, ci si iscrive qui.
Ho visto quel documentario di Netflix su Fran Lebowitz e su New York, di Martin Scorsese. Lei fa a un certo punto delle riflessioni anche sulla musica che mi hanno fatto sobbalzare di piacere perché somigliano molto a certe cose che ci siamo detti qui. Ma ci torno i prossimi giorni: per ora volevo approfittarne per segnalare solo che la musica iniziale e che poi ricompare per tutte le puntate è quel pezzo stupendo che apre – come una sigla del tutto estranea – Come sposare un milionario (film meraviglioso a sua volta).
I più precoci lettori di questa newsletter conoscono i video domestici di cover che Robert Fripp e Toyah (marito e moglie, genio del rock lui, cantante new wave di culto lei, 74 e 62 anni) mettono con frequenza su YouTube. Ora è successo che la settimana scorsa abbiano fatto un pezzo dei Metallica che ha avuto quasi tre milioni di visualizzazioni rispetto alle decine di migliaia abituali: ma non per merito dei Metallica, quanto di Toyah. Per festeggiare, ha rincarato la dose ieri con Rebel yell di Billy Idol.
Ieri è morto Phil Spector, leggendario produttore e costruttore di suoni.
Cinque anni fa oggi morì Glenn Frey, uno dei fondatori degli Eagles (band che ha tuttora il disco più venduto di sempre nella storia del mercato americano), che ebbe pure dei momenti di successo da solo negli anni Ottanta.

No lies, just love
C’è stato un momento, a cavallo del millennio, in cui sembrò che Conor Oberst fosse il maggiore nuovo genio del cantautorato americano; era poco prima di quell’altro momento, quello in cui sembrò che Sufjan Stevens fosse il maggiore nuovo genio del cantautorato americano. E in effetti era davvero bravo, forte con le ballate e capace di conservare melodie di gran bellezza anche mettendosi ogni tanto a urlare e fare casino. I suoi primi dischi li fece con il nome di Bright Eyes, poi recuperò il suo, poi sfilacciò cose diverse e l’anno scorso ha fatto di nuovo un disco come Bright Eyes. Se parlo dei suoi successi al passato è perché a un certo punto ha come frenato, come se non gli venisse più niente di formidabile che non somigliasse alle cose vecchie senza la novità di allora. O almeno così pare a me.

“Questo è il racconto di una voglia di morire, delle pillole comprate, e della salvezza nelle poche parole di un amico e nella nascita di un nipote, il figlio di suo fratello”: avevo scritto di No lies, just love in Playlist. Se vi appassionano le interpretazioni, su un sito dedicato la canzone ha ben 194 commenti. È una canzone del 2001, inizia con un pianoforte dolcissimo, poi lui le dà un primo twist introducendo una strofa che sembra infinita (è una cosa che lui fa spesso), fino ad aprirla in un passaggio più precipitoso che però è più un bridge di un refrain.

So please forgive what I have done
No you can’t stay mad at the setting sun
Cause we all get tired, I mean eventually
There is nothing left to do but sleep

Ha sempre fatto le canzoni a modo suo, Conor Oberst. Il refrain in realtà è una specie di declinazione minima della strofa, e arriva solo alla fine, dilagando.

Just love
Just love
I will be pure
No, no, I know I will be pure
Like snow, like gold
Like snow, like gold
Like snow, like snow
Like gold, like gold, like gold


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