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  • Martedì 19 gennaio 2021

C’è una nuova carovana di migranti verso gli Stati Uniti

È la più numerosa da diverso tempo, ma è stata bloccata in Guatemala da polizia e militari, che la hanno respinta con violenza

La carovana di migranti provenienti dall'Honduras, sulla strada verso Chiquimula, in Guatemala, il 16 gennaio 2021 (AP Photo/Sandra Sebastian, LaPresse)
La carovana di migranti provenienti dall'Honduras, sulla strada verso Chiquimula, in Guatemala, il 16 gennaio 2021 (AP Photo/Sandra Sebastian, LaPresse)

Domenica una carovana di migranti provenienti dall’Honduras, in America Centrale, è stata bloccata con la forza dai militari e dalla polizia nel sud del Guatemala, sulla strada che porta alla città di Chiquimula. Secondo i media locali si tratterebbe di circa 7mila persone (ma El País scrive che potrebbero essere fino a 9mila, stando alle autorità guatemalteche), quasi tutte honduregne, che sperano di arrivare negli Stati Uniti.

Ci sono stati violenti scontri: molti migranti hanno cercato di oltrepassare comunque il blocco delle forze dell’ordine, che hanno risposto con scudi, colpi di manganello e gas lacrimogeni. È la prima ondata migratoria del 2021 nell’America Centrale, e la prima così consistente da gennaio dell’anno scorso, quando migliaia di migranti avevano attraversato il fiume Suchiate, al confine tra Guatemala e Messico, forzando il blocco della Guardia Nazionale messicana.

Le carovane di migranti provenienti dall’Honduras, che seguono rotte battute da decenni, non sono una novità: ne partono ogni anno per cercare di arrivare negli Stati Uniti e trovare un lavoro, il viaggio è di 2mila chilometri e ci vogliono diverse settimane, a tappe di circa 40 chilometri al giorno. Si muovono a piedi, ma quando possono anche con bus o attraverso autostop, e di solito i gruppi diventano sempre più folti con il passare dei chilometri, perché molte persone prendono coraggio capendo che non devono affrontare il viaggio da sole.

Questa carovana però è molto più grande rispetto al solito (quella dello scorso gennaio, per fare un esempio, contava circa 2mila migranti), segno che anche la situazione di povertà in Honduras si è aggravata: oltre ai peggioramenti dovuti alla pandemia da coronavirus, negli ultimi mesi due uragani hanno causato centinaia di morti nei paesi dell’America Centrale e provocato molti danni.

Viaggiare in carovane così numerose permette ai migranti di evitare rapine o rapimenti mentre attraversano alcuni dei posti più pericolosi dell’America Centrale. Si ribalta così la logica che queste migrazioni verso gli Stati Uniti hanno seguito per decenni: non più viaggiare nascosti, per esempio nei carichi dei camion, o seguendo le indicazioni dei trafficanti di esseri umani, ma muoversi in gruppi numerosi, sperando di guadagnarne in sicurezza. Allo stesso tempo dovrebbe essere più difficile fermarli se decidono di forzare un blocco della polizia.

L’intervento violento di domenica delle autorità del Guatemala a Chiquimula per il momento ha ottenuto ciò che voleva, nonostante la numerosità del gruppo. Secondo Reuters però ci sono ancora 2mila migranti accampati sulla strada fuori dal villaggio di Vado Hondo, poco lontano dal luogo degli scontri e a 55 chilometri dal confine con l’Honduras.

Negli ultimi anni si è iniziato a parlare con più frequenza di queste rotte migratorie per l’attenzione che gli ha rivolto il presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva messo grande pressione sugli stati del Centro America da cui hanno origine le migrazioni e soprattutto sul Messico, minacciato di un aumento dei dazi su tutti i beni importati negli Stati Uniti se avesse consentito ai migranti di arrivare al confine. In generale Trump ha usato spesso i migranti provenienti dal Messico come argomento di campagna elettorale, alimentando paure su un’immigrazione incontrollata e aumentando le restrizioni ai confini.

Molti media e commentatori internazionali hanno sollevato la possibilità che l’imminente insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca possa aver alimentato le speranze dei migranti di ottenere maggiore accoglienza e un lavoro negli Stati Uniti. Joe Biden ha già fatto sapere che una delle primissime priorità, una volta che sarà diventato presidente, sarà quella di cambiare la politica di accoglienza del suo paese. Il primo passo però riguarderà la regolarizzazione degli 11 milioni di migranti già presenti illegalmente sul territorio statunitense. Un funzionario dell’amministrazione Biden ha detto alla NBC che i migranti provenienti dall’Honduras «devono capire che non potranno venire immediatamente negli Stati Uniti».