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  • Giovedì 7 gennaio 2021

Perché la polizia non ha fermato l’invasione del Congresso?

La manifestazione violenta era nota da settimane, ma il corpo di polizia che protegge l'edificio non ha saputo controllarla

Sostenitori di Trump mercoledì fuori dal Congresso, mentre sfondano una barriera della polizia(AP Photo/John Minchillo)
Sostenitori di Trump mercoledì fuori dal Congresso, mentre sfondano una barriera della polizia(AP Photo/John Minchillo)

L’invasione dell’edificio del Congresso americano da parte di un gruppo violento di sostenitori di Donald Trump è stata anche un fallimento della Capitol Police, il corpo di polizia deputato alla protezione del Congresso. Benché la manifestazione fosse nota da settimane, fosse stata esaltata e incoraggiata da Trump stesso e si sapesse che gruppi violenti vi avrebbero preso parte, la Capitol Police durante la giornata di ieri si è sempre trovata in minoranza, poco armata e poco preparata, e infine sopraffatta dagli aggressori che hanno fatto irruzione nel Congresso, senza che nessuno fosse in grado di fermarli. Anche la rimozione dei sostenitori di Trump dall’edificio ha richiesto ore, ed è stata possibile solo dopo l’intervento di altri corpi di polizia, come l’FBI.

La Capitol Police è numerosa e ben equipaggiata: ha giurisdizione esclusivamente sull’edificio del Congresso e sul terreno circostante, ma nonostante questo è composta da 2.000 agenti (furono portati a questo numero dopo l’11 settembre del 2001, prima erano 800) e ha un budget annuale di circa 460 milioni di dollari, come ha scritto il Washington Post. Nonostante questo, mercoledì non è riuscita a difendere l’edificio.

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Christiaan Triebert, un giornalista del New York Times, ha raccolto su Twitter diversi video che mostrano i vari punti da cui i sostenitori di Trump hanno superato le barriere della polizia che circondavano l’edificio. Nella maggior parte di questi, si vedono pochi agenti (quattro-cinque) vestiti con l’uniforme d’ordinanza e non in tenuta antisommossa, protetti soltanto da comuni barriere semimobili, mentre affrontano una folla piuttosto aggressiva di decine di persone, e forse di più. In altre zone la polizia era più numerosa e meglio equipaggiata, ma alla fine gli aggressori sono riusciti a entrare, oppure gli agenti, sopraffatti, hanno ceduto il passo.

Anche dopo l’ingresso dei sostenitori di Trump nell’edificio, il comportamento della Capitol Police è stato criticato. All’inizio dell’invasione un agente ha sparato a un gruppo che cercava di sfondare una porta, uccidendo una donna. Ma a parte questo episodio, dopo aver messo in sicurezza deputati e senatori con il loro staff, la Capitol Police sembra essersi limitata per molto tempo a osservare gli aggressori mentre vagavano per l’edificio e in parte lo vandalizzavano. In un video circolato sui social media, un agente sembra accettare di farsi un selfie con uno di loro.

Un’altra delle ragioni di critica alla polizia è che delle centinaia di persone che sono entrate nell’edificio non ne è stata arrestata praticamente nessuna. Anche quando alla fine le forze dell’ordine sono riuscite a sgomberare l’edificio, hanno fatto uscire gli occupanti liberamente. È probabile che la ragione dei mancati arresti sia da collegare al fatto che i poliziotti si trovavano ancora in minoranza, ed è plausibile che il materiale video e fotografico che circola in queste ore sarà usato in seguito per rintracciare i colpevoli. Alla fine della giornata di mercoledì, erano state arrestate 52 persone, soltanto 26 delle quali si trovavano sul terreno del Congresso, e quasi tutte per aver violato il coprifuoco imposto dalla sindaca di Washington. Secondo il capo della Capitol Police, sono state ritrovate delle bombe rudimentali fatte con tubi di ferro (pipe-bomb) sia nella sede del Partito Democratico sia in quella del Partito Repubblicano, mentre nell’edificio del Congresso sono state trovate bombe Molotov.

Come ha scritto il New York Times, è probabile che la Capitol Police si aspettasse di dover gestire una manifestazione, non di respingere un assalto violento. Tuttavia, che la manifestazione sarebbe stata grande e violenta era noto da tempo. Donald Trump incita i suoi sostenitori almeno dalla metà di dicembre, per esempio con tweet in cui prevedeva che la manifestazione sarebbe stata «selvaggia». Sui social media, i gruppi estremisti di destra hanno parlato di violenza per settimane, scambiandosi foto delle armi da fuoco che avrebbero portato con sé a Washington e consigli su come evitare i controlli della polizia. Mercoledì mattina Trump aveva tenuto un comizio davanti alla folla, in cui ancora una volta aveva detto che «non ci riprenderemo mai il nostro paese con la debolezza».

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«Non ho idea di come abbiano potuto non essere pronti per quello che è successo oggi», ha detto al New York Times Charles Ramsey, un ex capo della polizia di Washington. «Sono stati sopraffatti, non avevano le risorse. Non sono stati in grado di proteggere il Congresso. Questo non è okay». Secondo i commentatori sentiti dai giornali americani, le responsabilità non sono tutte della Capitol Police. Anche la polizia della città di Washington e la guardia nazionale, che si trovava sul posto fin dal mattino, hanno in gran parte lasciato correre le violenze, intervenendo soltanto quando ormai l’invasione del Congresso era già avvenuta. Secondo il Wall Street Journal, una possibile spiegazione è che la polizia non voleva dare l’impressione di una eccessiva militarizzazione del Congresso.

Ovviamente, è stata notata anche la differenza di comportamento della polizia tra la remissività mostrata contro i sostenitori di Trump a Washington e l’aggressività usata la scorsa estate contro i manifestanti di Black Lives Matter. In molte città, Washington compresa, perfino durante la manifestazioni pacifiche gli attivisti sono sempre stati affrontati da agenti equipaggiati in tenuta antisommossa, che hanno fatto largo uso di manganelli, idranti, proiettili di gomma e gas lacrimogeno (durante l’invasione di mercoledì alcuni agenti hanno sparato dei lacrimogeni, ma sono stati la netta minoranza). Le manifestazioni di quest’estate, inoltre, al contrario delle azioni violente di mercoledì, si concludevano quasi sempre con arresti di massa. Attica Scott, una deputata dello stato del Kentucky che fu arrestata durante una protesta per la morte di Breonna Taylor, ha detto al New York Times: «Se sei nero puoi essere arrestato anche soltanto per camminare. Ma se sei bianco puoi fare una sommossa e non subire conseguenze».