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  • Lunedì 4 gennaio 2021

I nuovi dischi che cambieranno l’hockey

La NHL sta per introdurre i "puck" tecnologici, pensati per spingere al massimo l'analisi dei dati e possibilmente migliorare l'esperienza di pubblico e telespettatori

(Bruce Bennett/Getty Images)
(Bruce Bennett/Getty Images)

La 104ª stagione della National Hockey League (NHL), il miglior campionato di hockey su ghiaccio al mondo, sarà una svolta nella storia del torneo e probabilmente di tutto l’hockey professionistico. Dopo quasi otto anni di sperimentazioni e collaudi, a partire dalla nuova stagione si comincerà a usare regolarmente una nuova generazione di puck, il caratteristico disco di gomma al centro del gioco: da quest’anno non sarà fatto soltanto di gomma ma anche di batterie, circuiti stampati e sensori. All’apparenza i dischi sembreranno uguali a quelli usati finora, ma i dati che raccoglieranno, e soprattutto i modi in cui verranno “letti”, potranno avere effetti sul gioco e su come viene visto, come è accaduto per esempio nel baseball.

Entro il 13 gennaio, data di inizio della stagione regolare della NHL – ridotta a causa delle misure per il contenimento della pandemia – tutte le 31 squadre del campionato riceveranno i nuovi dischi, con i quali verrà raccolta fin da subito una mole imponente di dati, ampliati peraltro dall’installazione di sensori abbinati all’interno delle spalline di protezione usate dai giocatori. Stephen McArdle, direttore dell’area della NHL che si occupa di digital media, ha spiegato ancora durante la fase di sviluppo che ogni secondo i sensori manderanno circa 60 informazioni sul puck e almeno 10 per ciascun giocatore. Inizialmente soltanto una piccola parte di questi dati verrà data alle televisioni: il grosso rimarrà riservato alle squadre e alla lega, che nei primi mesi di utilizzo ne ottimizzeranno la lettura per diversi scopi, dal potenziamento delle analisi al miglioramento dell’esperienza per pubblico e telespettatori.

(Getty Images)

Alla vista i nuovi puck sono quasi identici a quelli di gomma nera usati per gran parte del Novecento in sostituzione dei primi realizzati in legno: pesano 170 grammi, hanno un diametro di 7.62 centimetri e uno spessore di 2.54 centimetri. Oltre alle prove sulla tenuta in partita, tra colpi e basse temperature, la maggior parte della sperimentazione è stata dedicata a rendere praticamente invariate le caratteristiche, e di conseguenza la sensibilità al tocco dei giocatori. Non sono invece stati pensati per emettere luci come i famigerati FoxTrax introdotti negli anni Novanta dall’omonimo canale televisivo per renderli più visibili: avevano luci blu che diventavano rosse quando venivano colpiti con forza, ma non favorirono più di tanto la visibilità e non piacquero né ai giocatori né a gran parte degli spettatori. Per questi motivi furono abbandonati nel 1998.

I nuovi dischi sono stati usati per la prima volta in gare ufficiali durante la World Cup of Hockey del 2016 – torneo internazionale organizzato proprio dalla NHL – e poi, negli anni successivi, introdotti a campione tra le squadre e in alcuni eventi stagionali del campionato. Vengono prodotti tramite un processo che passa da tre diverse aziende: la Soucy Baron di Montreal, in Canada, che produce i dischi ancora grezzi, la SMT di Raleigh, in North Carolina, che monta batterie e circuiti stampati, e infine la Inglasco di Sherbrooke, in Quebec, che conclude il processo con la stampa del logo della NHL da un lato e quello delle squadre dall’altro.

In vista delle partite, ogni squadra provvederà come al solito a congelare i dischi ricevuti per limitarne i rimbalzi sul ghiaccio: se nella conservazione la vernice speciale applicata sulla gomma diventerà viola allora si potranno utilizzare, se invece la vernice diventerà grigiastra, indicatore di una temperatura ancora troppo alta, verranno scartati. Per Dave Lehanski, dirigente della lega, il fatto che i nuovi dischi presentino una tecnologia al loro interno non impedirà ai tifosi sugli spalti – quando ritorneranno – di portarseli a casa se dovessero finire in tribuna durante le partite. Le procedure prevedono infatti la disattivazione istantanea dal sistema di raccolta dati per i dischi non più in uso, e la durata delle batterie non supera le sei ore.

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