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  • Sabato 2 gennaio 2021

La fine della doppia valuta, a Cuba

Esisteva dal 1994 ma era diventata un grosso limite e la causa di molte diseguaglianze: tornare a una sola valuta non sarà però indolore

Un venditore di zucchero filato a l'Avana (AP Photo/Ismael Francisco)
Un venditore di zucchero filato a l'Avana (AP Photo/Ismael Francisco)

Dall’1 gennaio a Cuba è finito il sistema della doppia valuta, che esisteva dal 1994 e che secondo molti era diventato un grosso limite alla crescita dell’economia cubana oltre che causa di grosse diseguaglianze nel paese.

A Cuba, fino a venerdì, esistevano due valute parallele: il pesos comune (CUP) e il pesos convertibile (CUC). Il CUP era quello con cui venivano pagati gli impiegati pubblici e con cui si potevano pagare prodotti comuni e servizi di base; il CUC veniva invece usato principalmente nel settore turistico e per l’acquisto di beni di lusso o importati. Il valore del CUC era legato a quello del dollaro statunitense e 1 CUC valeva 1 dollaro; il CUP veniva invece regolato come una normale moneta nazionale e valeva molto meno del CUC: servivano 25 CUP per comprare un CUC.

Il sistema della doppia valuta era stato introdotto nel 1994, quando, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, Cuba si trovò ad affrontare una grave crisi economica causata dalla scomparsa di governi che erano stati per tanti anni i principali, a volte unici, acquirenti dei suoi prodotti.
Per un certo periodo nel paese fu permesso l’utilizzo del dollaro come valuta parallela. Per evitare che la circolazione del dollaro aumentasse troppo e creasse problemi, il governo cubano decise poi di sostituirlo con una moneta di uguale valore ma cubana. Chi voleva poteva cambiare valute straniere in CUC, pagando una tassa che permetteva al governo di raccogliere valuta straniera forte. Gli importatori, controllati dallo stato, usavano il CUC per ottenere dollari e rendere convenienti le importazioni. Nei negozi, molti prodotti erano acquistabili con entrambe le valute e il CUC era la moneta usata dai turisti.

L’esistenza delle due valute creava però grossi problemi. Il primo e più evidente era che alcuni lavoratori del settore privato (principalmente legato alle attività turistiche) venivano pagati con una moneta (il CUC) molto più forte di quella con cui venivano pagati gli stipendi dei moltissimi dipendenti pubblici di Cuba. Un barista di un hotel frequentato da turisti, anche grazie alle mance, poteva guadagnare in pochi giorni più di quello che un medico guadagnava in un mese; in media gli stipendi pagati in CUC erano sette volte più alti di quelli pagati in CUP.

La doppia valuta aveva poi creato grosse distorsioni nell’economia, rendendo più difficile la vita di imprese private: il passaggio a un’unica valuta, di cui si parlava da molti anni, è stato presentato dal governo cubano come il primo necessario passo in vista di più profonde riforme.

L’unificazione delle valute sarà molto traumatica per l’economia cubana. Il CUP è stato inizialmente valutato 0,037 dollari ma il suo valore non sarà fisso come quello del CUC e potrebbe quindi calare ulteriormente. La svalutazione della moneta produrrà probabilmente una grossa crescita dell’inflazione e un significativo aumento dei prezzi, oltre che una perdita di potere di acquisto per chi possedeva CUC (che si potranno convertire in CUP per i prossimi sei mesi).
Il governo cubano ha quindi introdotto diverse misure per mitigare gli effetti dell’unificazione delle valute, tra cui un aumento di cinque volte del valore di pensioni e stipendi pubblici, il controllo dei prezzi su alcuni prodotti e servizi (oltre a quelli che erano già soggetti a vincoli) e aiuti per le società che facevano affari grazie alla possibilità di ottenere dollari a buon prezzo.

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